Titolo: LA QUESTIONE DEL METODO E L’IMPORTANZA DELLA PIANIFICAZIONE

Troppo spesso sia nel dibattito sui temi dello sviluppo, sia nelle teorie sulla pianificazione si è sostenuto il “cosa”, troppo poco il “come”. Nell’ipotizzare il ‘lancio’ di un prodotto o la promozione di azioni di valorizzazione, occorre, a mio giudizio, scegliere la ‘qualità’ come indice di riconoscibilità territoriale che insieme alla ‘multifunzionalità agricola’ costituiscono un trampolino vero e proprio per ‘fare sviluppo sostenibile’ e assicurare nuova occupazione. Occorre precisare che per multifunzionalità agricola, “può essere definita come la “capacità del settore primario di produrre beni e servizi secondari, di varia natura, congiuntamente e in certa misura inevitabilmente collegata alla produzione di prodotti destinati all'alimentazione umana e animale” (Istituto Nazionale Economia Agraria) Facciamo un esempio. Per qualificare la ‘qualità individuata’, la salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide, e per definire una strategia di sviluppo locale sostenibile occorre porsi alcune domande: - dove siamo più capaci di vincere? - in che cosa siamo distintivi in termini di identità e appartenenza? Occorre preliminarmente precisare cosa si intende per marketing territoriale. Si intende per marketing territoriale «come un insieme di operazioni, nate dalla concertazione di tutti gli stakeholder presenti in un dato territorio, finalizzate, nel medio-lungo periodo, alla promozione e sviluppo sia di attività presenti sul territorio sia di opportunità che si innescano grazie al contesto ed alle variabili endogene che caratterizzano l’ambiente territoriale in oggetto». Cfr. www.formazioneturismo.com; Sul tema CFR per tutti, Fabrizio Tenna (a cura di), Il marketing territoriale, ATI Inea Agriconsulting, Roma 2008 Per quanto riguarda l’esempio proposto (e non solo), ovvero la Salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide due sono le possibili linee di intervento: 1) il territorio come marca ovvero identificare (nell’immaginario) un dato territorio al pari di un ‘prodotto di consumo’ costruendo anche il valore immateriale dello stesso (fattorie didattiche e sociali, percorsi enogastronomici, formazione, agriturismo, ecc.), legando da un lato quest’ultimo alle aziende e, dall’altro le aziende ai prodotti. In questa ipotesi l’azione tecnica e amministrativa, la pianificazione e il supporto finanziario pubblico saranno rivolti verso il turismo, il paesaggio, le emergenze naturali, monumentali, ecc. Le parole chiave saranno: natura, cultura, identità. Esempi: le colline del Chianti, le colline del Barolo, le vacanze del Salento, ecc. Per approfondire si consiglia: “La marca come identità turistica del territorio, Dossier n.2 Istituto Nazionale di Ricerche turistiche, Roma 2009”. 2) il territorio come prodotto. Quest’ultimo ha bisogno di differenziarsi attraverso un alto livello di qualità dato sia dal territorio in cui nasce sia dalla capacità di esportarne l’immagine attraverso i meccanismi del mercato. In altri termini un prodotto deve comunicare la sua specialità e la sua unicità. Esempi: l’arancia rossa di Scordia, le lenticchie di Castelluccio da Norcia, i carciofi romani, la mela Annurca campana, la mortadella di Bologna, la mostarda di Cremona, lo speck Dell'alto Adige, il cappero di Pantelleria, l’agnello di Sardegna, la pera dell’Emilia Romagna, ecc. In questa seconda ipotesi l’azione tecnica e amministrativa, la pianificazione e il supporto finanziario pubblico saranno rivolti verso le infrastrutture, la formazione di filiere, la creazione di servizi all’impresa, ecc. Sulla base di quanto detto, si è ritenuto dover scegliere la qualificazione del prodotto in funzione del territorio (Palazzolo Acreide, patrimonio Unesco, borgo tra i più belli d’Italia, qualità territoriale, qualità ambientale) in cui esso nasce. Ne consegue che la Salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide in virtù delle sue caratteristiche intrinseche, per la qualità delle materie prime e per le caratteristiche sue proprie risulta essere speciale e unica. Per approfondire si consiglia: “Roberto De Donno, Il territorio come prodotto, Corso di Marketing territoriale, Università LUM Bari AA 2005-2006”. In sostanza l’allevamento del Suino nero siciliano, finalizzato anche alla produzione della Salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide, finalmente presidio Slow Food, diventa il Progetto Suino. Stesso ragionamento vale rispetto alle altre possibili risorse da prendere in considerazione per il territorio di Palazzolo Acreide, si segnala in primis la produzione del latte bovino per la produzione del Ragusano Dop di cui Palazzolo fa parte ma con nessuna azienda presente; l’olio degli Iblei, il tartufo nero e, come promozione di sviluppo strategico, ovvero un vero e proprio distretto agricolo (così come l’allevamento del Suino nero siciliano) la coltivazione delle pere (45 varietà censite nel territorio e neanche un ettaro coltivato a pere!) e delle ciliegie. Due colture che hanno nella zona una naturale vocazione e ciò significa minore o nulla utilizzazione di chimica per la loro coltivazione, con benefici per l’economia aziendale, l’ambiente e il territorio. Tutte queste risorse organizzate in filiera potrebbero significare un totale rilancio dell’agro-zootecnia e della relativa industria di trasformazione che per traino, insieme al turismo con le sue emergenze archeologiche, monumentali, naturalistiche e culturali e l’enogastronomia, possono costituire la strada per assicurare progresso, occupazione qualificata e benessere generale per il territorio e l’ambiente.