Titolo: Ma siamo sicuri che il turismo sia la leva dello sviluppo per Palazzolo e gli Iblei?

La parola chiave del programma del gallo è “turismo” e su questo settore subordina ogni altra possibile attività. Nel programma inoltre scompaiono le parole: Iblei, clima, biodiversità, parco nazionale, acqua, Agenda 2030, occupazione, imprenditoria, cooperazione, sindacato, agricoltura, zootecnia, olio, salsiccia, tartufo a favore di un'ipotetica strategia che faccia di Palazzolo un attrattore turistico. Un'idea di futuro che si basa, a mio giudizio, su presupposti completamente sbagliati e che subordina ogni azione pubblica alla possibilità di risorse che vengano dall'esterno. Alcune osservazioni. Preliminarmente occorre dire che il turismo è un settore trainato, che presenta un’alta intensità di manodopera produttiva con dei lavori banali (camerieri, aiuti cuochi, lavapiatti, operai semplici, ecc.). Il grande limite del settore turistico è infatti la scarsa produttività. Non è un settore che spinge sull'innovazione, né è ad alto valore aggiunto (cioè il valore che si produce dalla produzione di un bene o di un servizio, tolto il costo dei fattori necessari per produrlo). Il turismo che è a bassa produttività, non può essere trainante come settore e spinge un intero territorio alla povertà del lavoro e alla fuga dei cervelli e di professionalità che non possono trovare alcuno sbocco (ingegneri, architetti, economisti, informatici, laureati in lettere, filosofia, lingue, giuristi, ecc.) Il valore aggiunto del settore non arriva ai 22-23000 euro (se ci arriva) mentre in media, mentre, ad esempio nel settore dei servizi il valore aggiunto per addetto è in media superiore ai 60.000 euro. È da ricordare inoltre che la bassa produttività del settore turistico non è un fenomeno italiano ma interessa praticamente tutti i paesi dell'Unione e non solo. In definitiva la crescita economica è generata nei settori ad alta produttività ma anche dalla capacità dei decisori politici, imprenditori e sindacati insieme di collegare, sostenere e favorire la produzione primaria con il settore della trasformazione, valorizzazione, ecc. In altri termini, per quanto riguarda il territorio degli Iblei, è dall'agricoltura e dall'agro industria che occorre puntare e in cui il turismo culturale e quello enogastronomico fanno da corollario nell'ambito di un progetto comune e condiviso. Se lo sviluppo è dato quindi dai settori ad alta produttività (nel nostro caso dall’agro-zootecnia), la crescita economica di un territorio è dato dalla capacità di collegare la produzione primaria con il settore della trasformazione, dei servizi, ecc. Occorre in altri termini rivolgere lo sguardo verso politiche che aiutino a percorrere questa strada. Un solo esempio per capire: l'allevamento del Suino nero siciliano (chiamato impropriamente Suino nero dei Nebrodi) finalizzato in prevalenza (ma non solo) alla produzione della Salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide, Presidio Slow Food ma anche verso la trasformazione per la realizzazione di prosciutti, salumi, ecc. a monte a valle e a fianco di tale visione, l'ente promuove azioni per favorire un tale sviluppo. Sicché il prodotto suino diventa il PROGETTO SUINO. Stesso discorso per l'olio, il vino, il tartufo, le pere e le ciliegie. In una cornice che vede una "PALAZZOLO DA MANGIARE" collegando quindi i prodotti locali alla enogastronomia locale, con tutto quello che ne comporta e deriva. Considerato inoltre che Palazzolo, oltre a essere uno dei borghi più belli d'Italia, è inserito, nell'ambito del Val di Noto, tra i siti UNESCO, dove vi sono ogni anno oltre 22 milioni di persone nel mondo che programmano le loro vacanze in funzione della visita a quei siti, ne deriva che occorre individuare un "prodotto" che faccia da effetto miele o di attrazione. Questo non può non essere che I Santoni, unici in Europa e quindi al mondo che, insieme al barocco, ai siti archeologici, alle concerie, ai mulini, ecc. fanno di Palazzolo un sito turistico pressoché unico in Sicilia e che insieme alle altre emergenze produttive, monumentali e turistiche degli Iblei, realizzano un distretto produttivo di prima grandezza. Tutto questo ci riporta a scelte amministrative che non lasciano scampo: servizi ai cittadini, politiche alberghiere, promozione territoriale nell'ambito più vasto degli Iblei e del Parco Nazionale degli Iblei come ulteriore attrattore e garanzia di difesa dell’ecosistema. Negli Iblei sono stati censiti infatti oltre mille piante officinali e la presenza di ben 87 piante a mq, ovvero una delle più alte e importanti aree di biodiversità del pianeta. Peraltro totalmente disconosciuta. Adesso si provi a immaginare un’azienda tipica del nostro territorio che applica però la multifunzionalità: fattoria didattica, fattoria sociale, agriturismo, agricampeggio, agriasilo, ecc. Figure professionali normalmente richieste: laureati in lettere e filosofia, psicologi, psichiatri, animatori sociali, laureati in lingue, veterinari, agronomi, forestali. E poi ingegneri, tecnologi, giuristi, economisti e informatici per la trasformazione, valorizzazione e vendita. Tutto ciò nell'ambito dell'unico parco nazionale della Sicilia, ovvero quello degli Iblei, che avendo come centro dell'ente parco Palazzolo, si avrebbe la chiusura di un cerchio di una ipotesi di sviluppo locale sostenibile in cui i primi beneficiari sarebbero proprio gli stessi cittadini residenti. Tutto questo allo stato con le attuali proposte di governo del territorio non esistono e vi è di più: coalizioni come quelle del gallo costituiscono un freno allo sviluppo e al progresso degli Iblei.