Titolo: Il verde urbano a Caserta? Quale verde?

La presenza del verde urbano è ormai entrata nella consapevolezza di tutte le persone che guardano la cosa non solo da un punto di vista estetico ma anche per vivere meglio. Vale la pena ricordare che un albero di media grandezza, es. un leccio riesce a trattenere in un anno fino a 40 kg di polvere o a sostituire ben 20 climatizzatori. Una siepe invece può arrivare ad abbattere anche fino a 6 decibel l’inquinamento acustico! Inoltre, 1 ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10, e 35,7 kg/anno di ozono troposferico, mentre gli alberi di una foresta periurbana possono assorbire fino a 1005 kg/anno, per ettaro, di carbonio. Come emerge dal rapporto “Greening the Cities”, i benefici del verde urbano non si limitano al regolamento delle temperature in città, ma sono anche psico-fisici e influenzano la qualità della vita delle persone più di quanto si immagini. Gli effetti positivi che emergono dalle ultime evidenze scientifiche sono molteplici: dalla riduzione del rischio di numerose malattie croniche in età adulta (come diabete e condizioni cardiovascolari, obesità, asma), all’accelerazione del recupero dopo un intervento chirurgico, alla riduzione dei ricoveri ospedalieri e alla mortalità prematura, fino a migliori esiti della gravidanza e il miglioramento della salute mentale. Un altro aspetto fondamentale che emerge dal rapporto è quello di garantire la parità di accesso allo spazio verde per tutta la cittadinanza: il verde in città è fondamentale anche per mantenere più sano e attivo il tessuto sociale, promuovendo l’inclusione e combattendo le disuguaglianze. I benefici del verde urbano sono entrati nella consapevolezza del legislatore, tanto da imporre, nella pianificazione urbanistica, almeno 10 mq di verde per abitante. Caserta ne ha appena 2 e di scarsa qualità, anzi un verde troppo spesso dannoso per la salute. Eucalipti, Tigli, Pioppi e Mimose abitano ovunque a Caserta (ospedale compreso). Scuole, via Beneduce, Villa Giaquinto, galoppatoi, ecc. sono popolati da questi alberi, veri e propri killer per la salute delle persone. Gli impatti (spesso inconsapevoli) più avvertiti dagli abitanti di Caserta sono legati alla presenza di specie aliene, come gli eucalipti o i tigli (Tilia americana) e sono quelli di tipo sanitario. Il polline di eucalipto ad esempio deriva dall’albero di eucalipto. Si tratta di un allergene che crea problemi respiratori, della pelle e degli occhi per i sofferenti. A volte provoca anche una disfunzione delle corde vocali. E che dire dei tigli? Particolare attenzione meritano i tigli. In natura esiste una vasta varietà di piante con i loro colori, profumi, fiori e pollini. Di conseguenza, esiste anche una varietà di pollini potenzialmente allergenici. Molte di queste forme allergiche sono note, come quelle alle graminacee e alla parietaria, mentre altre non sono così conosciute ed è questo il caso dell’allergia al tiglio. Il periodo di pollinazione del tiglio si colloca tra maggio e inizio agosto e l’impollinazione è mediata dagli insetti (impollinazione entomofila), perciò non avviene solo attraverso la diffusione dei pollini nell’aria (il vento però diffonde i semi di questa pianta). La rinite e la congiuntivite allergiche sono i sintomi principali dell’allergia al tiglio. Esse comportano lacrimazione eccessiva e arrossamento degli occhi; starnuti frequenti; prurito agli occhi, al palato, alla faringe e al naso; congestione nasale; difficoltà a respirare; tosse notturna e aggravamento dell’asma. I sintomi sono quindi quelli tipici delle allergie ai pollini, che provocano fastidi soprattutto al naso, alla gola e agli occhi. Per questo motivo, non sempre la prima pianta che viene in mente quando si pensa alle pollinosi è il tiglio, meno conosciuto di altri per il proprio potenziale allergenico. La maggior parte delle persone associa il tiglio alle tisane, giustamente, non alle reazioni allergiche che possono provocare i suoi pollini. La Mimosa, invece, anche se la sensibilizzazione al polline è rara nella maggior parte della popolazione ed è prevalentemente a carico di quei soggetti che, per vari motivi, subiscono un'intensa e prolungata esposizione a questo polline ad esempio come le mimose presenti ancora in alcune scuole a Caserta. I Pioppi, infine, quali il pioppo tremulo (Populus tremula), il pioppo bianco (P. alba) e il pioppo nero (P.nigra) che è comune anche nella sua forma slanciata e piramidale hanno un basso livello di allergenicità e comunque sconsigliati nell’arredo urbano. Questo breve ragionamento ci riconduce alla gestione del verde in città ma anche nella zona ospedaliera. Pare che al Comune gli siano stati accordati dei fondi da spendere per il verde urbano. Esistono delle priorità e la salvaguardia della salute dei cittadini sta al primo posto. Il tempo in cui la tal impresa, per rispettare capitolati carenti con quattro soldi metteva a dimora alberi dannosi alla salute nell’indifferenza e nella incompetenza degli uffici tecnici, ma con notevole profitto per le imprese, è finito.