Ovvero, come ti faccio fuori un intero gruppo dirigente che si difende dalle proprie regole Sembra assurdo sentire i 5Stelle che gridano "Alle elezioni, alle elezioni". Sembra appunto. Dopo le critiche giustissime sulla legge elettorale che si � approvata il PD e gli amichetti, e che ha reso il Paese ingovernabile, appare quantomeno strano che Di Maio richieda lo scioglimento delle camere e il ritorno repentino alle elezioni vista l'impossibilit� di fare il governo desiderato, ovvero con lui a premier. La cosa pi� saggia, per il bene del Paese, sarebbe un governo a tempo che, fatta la nuova indispensabile legge elettorale e assolti alcune gravi e importanti incombenze sul piano internazionale, vada rapidamente (diciamo dopo un anno) alle elezioni (magari con un sistema che assicuri un vincitore. Quello alla francese?) e ripartire. Invece no. Appare quindi del tutto chiara la posizione del PD ma anche quella della Lega i cui obiettivi sembrano identici: far fuori il gruppo dirigente del M5S attraverso la loro stessa regola interna: chi fa due mandati non pu� pi� ricandidarsi. Ed ecco allora il Di Maio che grida "Alle elezioni, alle elezioni" perch� non sta pensando al bene del Paese ma alla poltrona sua e dei tantissimi "gratta e vinci" che costituiscono per la maggior parte la corte dei miracoli dei parlamentari della prima ora, tutti riconfermati per legge interna al movimento. Ecco allora i distinguo dialettici: un conto � dire che le camere si sono costituite nelle loro funzioni, un altro � parlare di legislatura se non si ha un governo. Se si costituisse un governo a tempo, secondo le regole grilline, pi� di 200 e passa parlamentari del M5S se ne dovrebbero tornare per sempre a casa loro. Vi immaginate, giusto per fare un solo esempio e capire il problema, che farebbe di s� la cosiddetta senatrice Morronese, senza arte n� parte, dopo la dipartita dal Palazzo? E quante Morronese ci sono? Un turba. Queste regole e le conseguenze sono ben conosciute agli avversari, da Renzi a Salvini, al Berlusconi. Ecco spiegato "l'interesse" per il Paese di Di Maio e degli altri poltronisti dei partiti de noantri. Cosa possiamo aggiungere? Staremo a vedere. Intanto: bravo Di Battista.