Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, le principali
forze ideali e politiche del Paese, cattolici, comunisti,
socialisti e liberali sottoscrissero con la Costituzione un
patto per affermare principi, regole, direttive per
l'affermazione della Democrazia, quale metodo per assicurare
la pace, stabilire la cornice entro cui definire il
confronto politico e favorire la crescita del Paese
nell'ambito di una visione che mettesse il lavoro, le
libertà fondamentali e la tolleranza quali fari per il
futuro.
Gli eredi del fascismo, i massoni, i mafiosi, una parte
rilevante dello Stato, articolata in varie organizzazioni
(vedi Gladio) o direttamente dentro gangli essenziali
dell'apparato, hanno da subito rifiutato tale patto e quindi
la Costituzione e sono stati perennemente impegnati a
contrastarlo.
Terrorismo, attentati, centinaia di morti innocenti,
l’eliminazione sistematica di magistrati, sindacalisti (2376
fino agli anni '60!), politici, giornalisti, uomini di
cultura e decine di funzionari, forze dell'ordine fedeli
alle istituzioni democratiche, l’alterazione dei fatti da
parte di certa stampa ed editoria, i sequestri, i tentativi
di colpo di stato, la censura, l'appoggio opportunista di
forze straniere a certe politiche di governi di destra
italiani, interessate, con la scusa dell’anticomunismo, a
mantenere sotto condizionamento la crescita della nostra
economia, della società italiana e della stessa democrazia
ne sono la prova lampante.
Il tentativo di colpo di Stato dei fascisti (Borghese)
inoltre e quello per spaccare il Paese da parte della Lega
Nord, ecc. I morti ammazzati negli attentanti, la strategia
della tensione, la violazione sistematica delle leggi sul
lavoro, le operazioni di guerra al di fuori dell'ONU e in
violazione della Costituzione, il Piano di Rinascita
Democratica della P2 di Licio Gelli, i cui aderenti erano,
tra gli altri, ministri, generali, imprenditori, finanzieri,
costituiscono, nell'insieme un solo filo invisibile che ha
legato quelle forze contro il progetto costituzionale.
Col governo Meloni i nemici della Costituzione hanno, di
fatto, vinto.
L'attacco sistematico di delegittimare di uno dei capisaldi
del nostro sistema, la Magistratura, il me ne frego delle
sentenze e dell'io non mi dimetto, il tentativo di cambiare
l'assetto costituzionale attraverso il premierato,
l'autonomia differenziata rappresentano chiarissimi segnali,
per chi li vuole vedere, di questo tentativo rivoluzionario
del nostro sistema democratico e antifascista.
Il rifiuto a dimettersi, come stabilisce la legge, dopo la
sentenza di condanna del sottosegretario alla giustizia Del
Mastro e la difesa d'ufficio del Presidente del Consiglio,
ancora una volta contro una sentenza della Magistratura,
costituisce una chiara scelta e sfida eversiva di cui tutte
le forze democratiche e fedeli alla Costituzione dovrebbero
prendere atto e agire di conseguenza.