Io non li capisco questi russi: arrestano persone perché
ritenute fuorilegge, li processano e poi li condannano. Cose
da pazzi!
Ma perché non fanno come gli americani?
Il campo di prigionia di Guantánamo è una struttura
detentiva degli Stati Uniti di massima sicurezza interna
alla base navale di Guantánamo, situata sulla costa
dell'omonima baia sull'isola di Cuba.
Il campo è noto all'opinione pubblica mondiale per via delle
sistematiche violazioni delle convenzioni di Ginevra
riguardo ai prigionieri di guerra, quali detenzioni a tempo
indefinito senza previo processo e torture, ivi perpetrate
prevalentemente su prigionieri ritenuti connessi al
terrorismo di matrice islamica.
Guantanamo è aperta ancora oggi, nonostante le
amministrazioni a guida democratica (Obama, Biden) che si
sono succedute in questi ultimi vent’anni. Dal 2002 la
struttura ha “ospitato” 780 detenuti. Oggi ne sono rimasti
39: pochi nel raffronto, ma comunque 39 prigionieri, molti
dei quali ancora in attesa di un processo.
La giurisdizione è affidata al “Tribunale di guerra” delle
commissioni militari (che dal 2002 a oggi ha prodotto
soltanto 8 condanne). Dei detenuti attuali, 3 sono in attesa
di sentenza, 7 sono sotto processo, appena 2 sono reclusi
perché già condannati. Quattordici sono “trattenuti a tempo
indefinito”: per loro nemmeno è previsto un processo. Altri
13 prigionieri sono in attesa di trasferimento nel paese di
origine. Lo scorso anno un solo prigioniero è stato
rimpatriato, un uomo di nazionalità marocchina che avrebbe
dovuto lasciare il carcere nel 2016, ma l’amministrazione
Trump ne aveva bloccato il trasferimento. Perciò quel
prigioniero s’è fatto 5 anni di prigione militare in più,
senza alcun motivo. Nel maggio 2021, l’amministrazione Usa
ha disposto il rilascio di altri due detenuti: il pakistano
Saifullah Paracha, 73 anni (il recluso più anziano),
arrestato a Bangkok nel 2003 con l’accusa di aver fornito
supporto finanziario e materiale ai leader di Al-Qaeda,
trasferito a Guantanamo nel 2004 e mai processato; e lo
yemenita Uthman Abd al-Rahim Uthman, uno dei primi ad essere
trasferito in quel carcere, anche lui senza accuse formali e
senza processo a carico. Rilasci mai avvenuti: fanno parte
dei 13 ancora in attesa di scarcerazione, in attesa di
ritrovare la loro libertà.
In tutto questo la stampa de noantri, e quella occidentale?
Muti come pesci
Due pesi e due misure appunto