Il cosiddetto parco giochi di Piazzetta Padre Pio a
mezzogiorno di un giorno qualunque: una fornace a cielo
aperto. 45 gradi al sole.
Progetto sbagliato, giochi sbagliati, sistemazione
sbagliata, alberi sbagliati, potature sbagliatissime.
Il parco giochi scelto e posto in opera dall'Amministrazione
Comunale, senza protezioni e senza recinzioni, è tipico
delle zone di alta montagna o del mare.
Lo dico e lo scrivo con cognizione di causa da tecnico
esperto in arredo urbano e da parente che porta i nipoti a
giocare. Lo dico e lo scrivo non per sfogarmi ma per
denunciare un'ennesima malefatta del Comune, così
giulivamente amministrata da tecnici cialtroni e da
amministratori largamente insufficienti.
E che dire poi della potatura dei tigli?
Già la scelta di quegli alberi è sbagliata a monte perché,
essendo un albero pollinifero si è costretti a potarlo
almeno due volte l'anno. D'altra parte un albero da potare,
nell'arredo urbano, è un albero sbagliato. A ciò si aggiunge
che l'obbiettivo di quelle potature non era quello di
assicurare l'ombra al parco ma di prendere la legna da
vendersi a qualche pizzeria. La ditta che ha potato comunque
ha dimostrato di non avere alcuna professionalità. Nessuna.
Il pressapochismo, l'incultura mostrata da chi ha progettato
e da chi ha permesso la realizzazione di un parco giochi
siffatto, evidenzia tutti i limiti culturali, tecnici e
amministrativi di un ente sostanzialmente interessato alla
forma ma non a soddisfare i bisogni dei cittadini che
amministra.