Titolo: Sulla scelta del sindaco di Palazzolo A. di diventare leghista

Il prof. Paolo Greco, Mario Monaco e Salvatore Rovella, nell'articolo dato alla stampa e sotto riportato, sintetizzano mirabilmente, con onestà e chiarezza il vero nodo politico che ha originato la scelta del sig. Gallo aderendo alla Lega di Salvini. Vi invito a leggere l'articolo. Appena saputo dell'adesione, ho chiesto all'assessore Aiello e al presidente del Consiglio Tinè, persone stimabili e possibili risorse della nostra comunità, di trarre le conseguenze politiche a seguito della scelta di Gallo, e dimettersi. La richiesta è scaturita proprio dalle considerazioni politiche rilevabili nell'articolo in parola e sulle quali non credo che sia possibile eludere. Ogni altro atteggiamento e scelta che non siano rivolti a comportamenti coerenti con la propria originaria appartenenza politica, avrebbe come unico contraccolpo quello di creare tra la popolazione confusione unicamente per nascondere scelte personali dall'amaro sapore opportunistico con conseguenze difficilmente calcolabili. Altro che bene comune o "rispetto all'impegno preso" nei confronti dell'elettorato come mi scrive Tinè. Non si può fare a prescindere. E' da aggiungere che Gallo si guarda bene dal sollevare la questione politica che sta a monte della sua scelta, e promuovere un onesto, serio, chiaro e franco confronto politico con le persone e i partiti che hanno dato luogo alla lista che lo ha fatto eleggere sindaco di Palazzolo. Fa la vittima, se la prende ringhioso con questo o con quello senza mai nominare chi sono questi "nemici del popolo" calunniandoli però per i mancati "sogni nel cassetto" a giustificazione delle loro denunce. Trovo tutto questo mortificante e avvilente per Gallo e per le persone che si dicono di essere rappresentate da costui. Il paese sembra bloccato e incapace di guardarsi in faccia e decedere del proprio futuro. Così si accetta la qualunque iniziativa che, tuttavia, non trasmette un'idea o un progetto di futuro e dell'assetto economico e sociale della città, che rimane quindi ferma, rimanendo aleatorie "manifestazioni" legate alle capacità o ai limiti di singoli individui.