Titolo: L'albero della cuccagna?

Verso le elezioni amministrative L'albero della cuccagna? E’ un gioco popolare i cui partecipanti devono cercare di prendere dei premi, di norma generi alimentari, posti in cima a un palo. Il palo viene po ricoperto di grasso o altra sostanza che rende difficile l'arrampicata da parte dei concorrenti. Ricordo quando questo bellissimo e divertente gioco veniva organizzato a Palazzolo, in occasione della festa di S. Giuseppe o del primo maggio. La condizione per partecipare e sperare in una vittoria, anche parziale, era l’intelligenza, la prestanza fisica, la determinazione e la volontà di raggiungere l’obiettivo, ovvero accaparrarsi i ricchi premi. A leggere i curriculum politici dei possibili (troppi) candidati a Sindaco di Palazzolo si rinviene soltanto la determinazione a raggiungere l’obiettivo di diventare sindaco. Manca l’intelligenza (politica), il vigore e la volontà (ovvero un contenuto o una prospettiva di governo) per raggiungere sì un obiettivo, ma non certo finalizzato al perseguimento di “ricche leccornie”, bensì a risanare anzitutto il debito e a fronteggiare un disastro economico finanziario senza precedenti (sei, sette milioni di debiti?). A questo punto è bene parlare chiaro e fuori dai denti. Questo pessimo e allarmante risultato lo ha conseguito in massima parte chi ha governato ininterrottamente Palazzolo (circa venti anni), ovvero l’attuale sindaco. Responsabilità che è nondimeno da “spalmare” anche su tutte le persone che si sono succedute nelle varie giunte durante questi lunghi anni. Nessuna esclusa, fatta “eccezione” forse di qualcuno che si è dimostrato abile nel “fare”, ma all'infuori da precisi obiettivi politici. Persone che non hanno dimostrato alcuna “prospettiva” e capacità, sia singolarmente sia di concerto col sindaco, se non quella di creare “consenso” mediante clientelismo. Tale situazione ha determinato un’“inerzia” diffusa a danno di una città e della sua economia che si è straordinariamente impoverita. A tutto questo si aggiunge un grave disastro morale che disorienta e non lascia aspettative. L’economia locale, fondata prevalentemente sull’ apporto del lavoro autonomo, si vede restringere ogni giorno la possibilità di poter continuare la propria attività (penso agli artigiani e a tutto il settore agricolo-zootecnico) senza evadere e/o lavorare in nero per mantenere la propria famiglia. E’ del tutto evidente che la battaglia preelettorale è stata svolta seguendo unicamente il criterio del “cambio di casacca”; di sindaci che vorrebbero magari assumere l’incarico di vicesindaci di più o meno fedeli quanto inutili ascari; di candidati che non dicono cosa vogliono fare; di nessuna percezione di risveglio delle coscienze, nonché assenza totale di un luogo fisico o virtuale per discutere, riflettere, proporre, ascoltare. C'è da chiedersi se questa gente ha in testa di replicare il modello Nigro-Scibetta? O pensano di governare la cosa pubblica presenziando la presentazione di un libro o l'inaugurazione di un locale? Tutti questi elementi sembrano proporre una strada senza via di uscita per una comunità che si considera essa stessa già morta; senza che nessuno dica che la soluzione sta invece proprio nella “comunità” stessa e nella capacità (sostenuta) di tramutare uno svantaggio in un vantaggio, utilizzando gli strumenti che esistono ma con un’amministrazione che faccia da enzima (ovvero da acceleratore dei processi) per un territorio che avrebbe molto da dire e da dare. Nessuno pare però accorgersene, mentre i candidati preferiscono dunque giocare al massacro. Palazzolo si può salvare da sé mentre l’unica idea che è stata invece trasmessa alla comunità palazzolese, da tutte le cosiddette forze politiche, è stata quella di una “continuità” senza rottura, accompagnata da una visione esclusiva fondata sul consenso clientelare “finché dura”, salvo poi naturalmente a scaricare le proprie responsabilità sugli altri: la Regione, lo Stato, l’Europa, ecc., oppure sul destino cinico e baro, con la sola eccitante aspettativa di quante bombe in più verranno sparate alla prossima festa del santo protettore di quartiere. Palazzolo ha una febbre elevata e un’infezione diffusa che va urgentemente curata eliminando o neutralizzando, prima di tutto, le cause; immettendo “medicinali” adeguati per tentare la guarigione e non pannicelli caldi proposti da personaggi che ad ogni piè sospinto dicono “ghe pensi mi”, senza avere la minima idea che il malato è veramente prossimo a defungere. Allora rispetto ai seguenti quesiti, questi campioni, dicano cosa vogliono fare: 1) Come pensano di risanare le finanze del Comune? 2) Dove sta andando Palazzolo e dove dovrebbe andare? 3) Che tipo di squadra pensano di organizzare in funzione degli obiettivi di cui ai punti 1 e 2?