Titolo: Terza guerre mondiale e stragi quotidiane negli USA

Vi ricordate appena qualche mese fa Trump allarmava il pianeta per colpa della Corea del Nord (così diceva lui) mentre quel Paese, invece, si preparava a partecipare, insieme alla Corea del Sud, alle Olimpiadi invernali? Era una bufala e i fatti smentiscono ancora una volta quel rappresentante del popolo americano e di quella specie di democrazia. Adesso, giusto per farci stare in ansia, chi sarà il nemico di turno? Facciamo la Russia? E’ vero invece che negli Usa c'è una strage al giorno (e continuiamo a vendergli armi). Il massacro della Florida è il 407esimo dall'inizio del 2017. Un'emergenza cui indirettamente l'Italia contribuisce come quinto esportatore di armi da fuoco negli Stati Uniti con 394,726 armi vendute nel solo 2016. Siamo primi nella vendita di fucili: con 182,396 esportati in media ogni anno. In cinque anni oltre mille morti ammazzati in quel Paese da persone che avevano libero accesso per l’acquisto di armi e munizioni. Dal 2013 a causa di sparatorie come quella in Florida, sono morte 1.139 persone e altre 3.952 sono rimaste ferite. I numeri fanno impressione, ma sono una goccia nel mare rispetto agli 11mila omicidi con armi da fuoco commessi negli Usa mediamente ogni anno, oltre 30 al giorno con oltre 570 bambini ammazzati ogni anno! Alcuni fanno notizia, altri meno. I dati, o meglio i morti, rimangono. Il rischio di perdersi nei numeri è alto ma un dato su tutti fa impressione. L’ha pubblicato il New York Times nel 2015: dal 1968 a oggi in America sono morte più persone a causa delle armi da fuoco (1.516.863) di tutti i soldati statunitensi uccisi nelle battaglie combattute dagli Stati Uniti dalla guerra d’indipendenza a oggi (1.396.733). Cioè in 50 anni i civili con un’arma da fuoco in mano hanno fatto più morti dei militari in 250 anni di guerre. Negli USA ci sono 88 armi da fuoco ogni cento persone, undici volte in più degli altri paesi sviluppati secondo lo studio dell’international Journal of Criminal Justice Sciences del 2014. Le stragi di massa con armi da fuoco, negli Stati Uniti sono un evento quasi quotidiano: nel 2015 ad esempio ce ne sono state 330, con 367 morti e 1.318 feriti. Di fronte a questi dati l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, all’inizio del 2015, annunciò un giro di vite sui controlli per chi vuole acquistare armi, giacché, sosteneva, le stragi di questo tipo sono compiute per follia o per terrorismo. Giro di vite compiuto nel 2016 ma subito revocato dall’attuale presidente Donald Trump, anche dopo la tremenda strage compiuta da Stephen Paddock a Las Vegas: 59 persone morte; mentre per quella in Florida dell’altro giorno, in cui sono stati massacrati 17 studenti di un liceo e feriti 14 giovani, il Presidente USA non ha speso una parola contro le armi. Questo giusto per capire quali interessi rappresenta Trump negli USA.