Titolo: 10 agosto 2017: a Palazzolo Acreide si festeggia S.Sebastiano

Palazzolo Acreide patrimonio Unesco Oggi S. Sebastiano con le bombe e tutto il resto. Abbiamo scherzato? La festa è arrivata e l'apparato per le bombe, le bande musicali, i "zareddi" e tutto il resto è quasi pronto. Una stanca e ordinaria attesa si sente respirare. Il caldo asfissiante sembra avvolgere ogni cosa e ogni persona. Mancano poche ore e i festeggiamenti per la festa di S.Sebastiano 2017 si confonderanno con gli altri anni trascorsi. Si spera in meno vento ma non in meno bombe. Così come è già accaduto per quella di S.Paolo, dove le uniche novità sono state l'incendio alla vecchia caserma dei carabinieri a causa dei fuochi d'artificio e la cancellazione di spettacoli di livello per impedire ai ristoratori di guadagnare un pò di più, quale ritorsione a una categoria che rivendica giustamente il suo ruolo in ogni circostanza che le compete. Siamo al classico caso del marito che si castra per punire la moglie... Cari Sebastiano, Maurizio, Fabio e Alessio e agli altri che hanno voluto alimentare questo confronto, in questi giorni che ci hanno separato dalla festa che finalmente è giunta. Voglio innanzitutto ricordare che questo dibattito è scaturito da due motivi principali: la lettera al Comitato da parte di Padre Angelo, che mette in discussione alla radice il senso dei festeggiamenti, così come sono concepiti e allo stato gestiti. In altre parole non un atto di fede ma di consumismo bello e buono senza significato alcuno che non nella sua vuota precarietà. Il secondo motivo, che sembrava conseguente al primo, è stata la ventilata possibilità che le risorse destinate ai festeggiamenti venissero, almeno in parte, rivolte verso un gruppo di giovani palazzolesi che ne avrebbero usufruito per pagarsi una borsa di studio investendo sul loro futuro a beneficio di tutta la comunità. Ovviamente nessuno si è sognato di mettere in discussione la bontà o meno dei comitati, il loro ruolo o altro; ma proprio perché viene riconosciuto un positivo ruolo che si è cercato di alimentare un confronto di contenuti "altri" a una parte della società civile locale affinché si interrogasse non solo sull'utilità delle cose ma sul ruolo sociale delle stesse in funzione di un futuro che non arriva. La difesa d'ufficio dei comitati, da parte di alcuni, è stata pertanto non solo fuori luogo ma fuorviante. Troppa prudenza "politica" nelle parole di alcuni, senza sincerità e con la sola preoccupazione di essere visti in questa Piazza della conoscenza e del libero confronto. Padre Angelo scrive:" Mi sono chiesto (rivolgendosi al Comitato n.d.r.): ma non vi bastano le foto, le immagini, la pubblicità? A cosa vi serve un mio documento se voi per primi, voi che siete il mio Comitato festa, non lo avete mai letto e continuerete a non leggerlo? (...)". La questione sta tutta in questa frase, ovvero tra un sacerdote, cui la Chiesa ha affidato la testimonianza di fede e la gestione del "gregge" e una parte di esso che, indipendentemente da tutto e dalla fede in prima istanza va da una parte che lo stesso padre Angelo dice opposta ai precetti. E' qui la centralità della questione! Come l'ipotesi delle borse di studio, insieme a tutto il resto dei festeggiamenti avrebbe costituito una novità e al tempo stesso una discontinuità di una pratica rifiutata dalla Chiesa e che si traduce nei fatti in uno spreco di risorse e in una rappresentazione distorta della tradizione popolare che è andata nei fatti oltre la fede, oltre la stessa memoria di una comunità che ha smarrito il senso profondo della sua storia e del suo ruolo rispetto al futuro, immobilizzandola in procedure ripetitive e indebolite da una crisi strutturale che richiama tutti alle proprie responsabilità. E allora forse dovremmo chiederci se questi comitati possono essere una soluzione o sono parte di un problema più ampio di una società locale malata e incapace a guardare alle proprie risorse e che aspetta l'onorevole di turno per risolvere i problemi di un futuro che non pare arrivare più?