Titolo: CAPORALI ASSASSINI O IMPRENDITORIA ASSASSINA?

Trovo stupefacente la distorsione dell'informazione sui fatti che interessano migliaia di braccianti, generalmente neri, sfruttati fino alla morte (di essi braccianti) per una paga giornaliera che non è neanche la metà delle tariffe di legge. Naturalmente tutto in nero. Ora il punto è: chi ha ammazzato quei due braccianti (la notizia arriva ai giornali perché non hanno nulla da scrivere in questo periodo in cui anche le coscienze sono in ferie) i caporali, conseguenze di un sistema imprenditoriale illegale, assassino e impunito o i cosiddetti imprenditori agricoli dalla faccia pulita e dai prodotti che vanno sui banchi alimentari dei supermercati dove andiamo a fare la spesa? Trovo ipocrita e sorprendente che l’attenzione delle cosiddette istituzioni non sia concentrata sugli assassini. Non ho letto un servizio giornalistico o televisivo che ci parlasse di dove sono avvenuti i fatti, dove sono morte quelle persone, presso quale azienda e in quali condizioni il cosiddetto imprenditore teneva i braccianti a lavorare presso di sé. Si parla dei caporali. Incredibile! I cosiddetti giornalisti hanno perso una grande occasione e hanno dato la prova da che parte stanno. Alla faccia della deontologia e dell'imparzialità e oggettività della notizia. Sono solo servi sciocchi o disperati che cercano di sbarcare il lunario scrivendo solo quello che detta il padrone di turno. Ma l'autocensura è quella che funziona meglio per questi pennivendoli di periferia urbana del mondo. La vicenda è’ né più né meno come la cosiddetta Terra dei Fuochi. La monnezza, ossia i rifiuti industriali, chi l’ha affidata alla camorra per sotterrarla o bruciarla a Caserta o a Napoli? La risposta è semplice quanto drammatica: cosiddetti imprenditori che per evadere il fisco sono stati e sono “costretti” a non conferire a discarica autorizzata gli scarti di lavorazione. La camorra ha solamente svolto, come dire, un servizio. Gli assassini veri delle tante morti per tumore sono quei lombardi, veneti, romagnoli e campani che hanno fatto e continuano a fare gli industriali a discapito dell’economia, del territorio, dell’ambiente e del rispetto umano. Questi i fatti! E gli uffici preposti ai controlli? Solo complicità trasversale. E le forze dell’ordine, la polizia municipale e così via dove stanno in questo Paese da burla? Un Paese che non ha un minimo di decenza e di considerazione per dei disperati che magari pensavano, guardando le nostre televisioni dal loro paese di origine, che questo fosse un paese accogliente, allegro, giusto e fedele. Le cose non stanno così e in Italia non c’è posto per la normalità e la legalità. Lo specchio dell’Italia è stato ben sintetizzato ieri dal funerale di un mafioso e assassino a Roma con tanto di sottofondo musicale sulle note del Padrino e di una cosiddetta chiesa, sempre prona con i potenti ma che rifiuta prontamente ad un Welbi, cattolico professante i funerali, mentre a Casamonica non si nega un viatico in paradiso o a un De Pedis (banda della Magliana) funerale e una nicchia in una delle più prestigiose chiese di quel mondo a noi lontano e inaccettabile.