Titolo: IL NERONE DI PETROLINI E IL DISCORSO DI MATTARELLA

Ieri nell'aula di Montecitorio, in occasione dell'insediamento del 12° Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, vi erano: "un centinaio fra condannati, imputati e inquisiti" oltre a un delinquente abituale, Berlusconi; "101 e più franchi tiratori di Prodi nel 2013, centinaia di approvatori di leggi vergogna (comprese quelle poi bloccate dalla Corte costituzionale), vari amici di corruttori e mafiosi nonché praticanti del voto di scambio e di altre nefandezze denunciate dal presidente, e i 148 "abusivi" che stanno lì soltanto grazie ai premi di maggioranza incostituzionali del Porcellum incostituzionale" (Travaglio di oggi su Il Fatto). Questo, diciamo, il "popolo"che ha ascoltato il discorso del nuovo presidente. Vi invito a riascoltarlo per capire. Alle parole, mafia, legalità, corruzione, diritti, violenza, donne, istruzione, ricerca e via cantando esplodeva un applauso dall'aula. Decine di applausi (ben 42). Tanti da disturbare il relatore, tanti da non poter seguire il filo del ragionamento. Allora mi è venuto in mente il monologo di Nerone ai romani di Ettore Petrolini, padre di tutti i maggiori comici italiani. Vale la pena riguardarsi il filmato (lo trovate facilmente nella rete). All'espressione "più bello e più forte che pria" il "popolo" lo osannò con scroscianti applausi. Nerone-Petrolini allora disse "quando si dicono parole difficili il popolo ti esalta sempre", vado a memoria. "Adesso la ripeto". "Più bello e più forte che pria". Il Popolo "bene, bravo", "grazie" rispose Nerone. E così via fino a quando appena Nerone apriva la bocca il popolo "bene, bravo", "grazie", impedendo di fatto a Nerone di parlare. E così ieri in Parlamento. Riflettete gente. Riflettete.