Titolo: RIFLETTIAMO ANCORA SUI FATTI DI PARIGI

Noi bombardiamo Loro esportano guerra - di Massimo Fini (seguono mie riflessioni) SCRIVEVO in agosto: “È evidente che se i caccia americani e i droni continueranno a bombardare i guerriglieri dell’Isis, sottraendogli una vittoria che si stanno conquistando legittimamente sul campo di battaglia, intromettendosi così in una guerra civile senza averne alcun titolo, essendone anzi la causa originaria per la sciagurata aggressione all’Iraq del 2003, l’Isis porterà la guerra in Occidente. Con le armi che, in questo caso, ha a disposizione: il terrorismo” (Il Gazzettino, 29/08/2014). Dovevamo quindi aspettarcelo. È indubbio il legame, diretto o indiretto, del piccolo manipolo, militarmente ben attrezzato, anche se logisticamente un po’ ingenuo, che ha attaccato Charlie Ebdo, con l’Isis o comunque con centri della galassia del radicalismo islamico che si sta estendendo a macchia d’olio in Medio Oriente e in Africa, dagli Shabaab somali, a Boko Haram in Nigeria, ai guerriglieri del delta del Niger, ai focolai, per ora minori, in Algeria (due attentatori sono di origine algerina), nel Sinai, nello Yemen. Ed è sorprendente che la polizia francese si sia fatta trovare impreparata e maldestra nella difesa di un obiettivo così ovvio come il giornale satirico diretto da Stéphane Charbonnier. Pierluigi Battista sul Corriere (8/1) riporta un principio espresso dal filosofo Lucio Colletti, l’essenziale delle democrazie europee e occidentali è “la critica di se stessi”, anche se, nel suo articolo, come del resto in quelli di tutti gli altri commentatori, si guarda bene dal praticarlo. Ci proviamo noi. Sono più di dieci anni che l’Occidente è all’attacco del mondo musulmano: invasione e occupazione dell’Afghanistan, che non costituiva un pericolo per nessuno perché gli afghani, talebani o no, storicamente non sono mai usciti dai propri confini, aggressione e occupazione dell’Iraq, sanzioni all’Iran, Somalia (per interposta Etiopia) nel 2006/07, Libia (2011), bombardamenti contro l’Isis che, al di là del fanatismo religioso, vuole ridefinire confini disegnati arbitrariamente dagli inglesi nel 1930, fino al vergognoso appoggio al generale tagliagole egiziano Al Sisi che ha messo in galera i dirigenti dei Fratelli Musulmani che avevano vinto le prime elezioni libere in quel Paese e ha ucciso migliaia di suoi militanti bollandoli come terroristi (i Fratelli Musulmani non sono terroristi, di questo passo lo diventeranno). OVUNQUE siamo intervenuti militarmente (Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia – vero presidente Sarkozy?) in nome della libertà naturalmente, abbiamo fatto danni, non solo per il numero impressionante di vittime civili (650 mila solo in Iraq), ma perché abbiamo distrutto equilibri, disgregato società e culture, ponendo le basi per feroci guerre civili. Cosa intendo dire con questo? Che è stata l’aggressività dell’Occidente a fomentare il radicalismo islamico contro di noi e ad allargarne le basi. E così ci siamo messi in una situazione pericolosissima. Perché abbiamo grandi eserciti, tecnologicamente avanzatissimi, ma difendersi da un terrorismo interno che ha le sue basi all’esterno è estremamente difficile perché gli obiettivi possibili sono innumerevoli (l’altro giorno è toccato a Charlie Ebdo ma poteva essere qualsiasi altra cosa) e perché combattere il “terrorismo molecolare”, come l’ha definito il ministro Alfano, è come prendere a cannonate un moscerino. Certo noi abbiamo il sacrosanto diritto di difendere la nostra libertà. Ma lo stesso diritto dovrebbe essere ammesso anche per altri popoli che hanno culture diverse dalle nostre e a cui noi pretendiamo di imporre, spesso in buona fede, istituzioni, principi, valori, costumi che sono loro estranei. È quello che ho chiamato “il vizio oscuro dell’Occidente”. Parigi, 9 gennaio 2015 ALCUNE MIE CONSIDERAZIONI Il santo degli indios il domenicano Las Casas impegnandosi furiosamente contro il trattamento degli indigeni da parte degli spagnoli ebbe a dire: "basta prendersela con gli indios, tanto ormai sono tutti cristiani. Prendetevela con i negri". Sul letto di morte si pentì per quello che aveva detto ma il danno era stato fatto. E fu così con la grazia della Chiesa Cattolica che iniziò quel genocidio che ancora continua in Africa e contro i neri. Pensate quanti Galileo Galilei, Giotto, Michelangelo, Leonardo, ecc., strappati dalla loro terra natia, sono finiti, invece, nelle piantagioni di cotone o a fare i mandingo. Perché doveva essere diversa l'Africa da quella che è dopo che per oltre 300 anni sono stati privati dalla meglio gioventù e dalle forze migliori di un intero continente? Pensate alla storia della religione islamica e di come si è sviluppata (in Indonesia c'è il più grande nucleo di musulmani nel mondo!). Pensate per altro verso, anche alla "questione meridionale". Come poteva e potrebbe essere diverso il Mezzogiorno d'Italia dopo il ritorno dei Borboni che si "liberarono" di oltre 20.000 persone fra intellettuali, filosofi, poeti, avvocati, notai, preti, ecc. "giustiziati" da quei cialtroni dei Borboni dopo l'esperienza della repubblica partenopea? E come poteva e potrebbe essere diversa la nostra storia dopo 60 anni di monarchia Sabaudia, 20 di fascismo, 50 di Democrazia Cristiana e 20 di berlusconismo?