Titolo: Riforme? Dove stiamo andando!

Robert, su FB, a proposito del risultato elettorale dice: "il Paese ha fatto la sua scelta e bisogna aspettare che maturino nuove situazioni, può darsi che con il concorso di tutti si facciano le riforme tante volte annunciate. Quien sabe ? 14 giugno alle ore 16.38". Permettetemi di dubitare, caro Robert. Non sono convinto affatto che la soluzione ai problemi italiani sia la riforma della giustizia, quella del senato, della pubblica amministrazione, ecc. Il problema mi sembra più semplice e complicato allo stesso tempo. Mi spiego. Esemplificando molto e tagliando con l'accetta il ragionamento causa spazio e luogo della conversazione, penso che a monte ci dovrebbe essere una guerra senza quartiere contro l'evasione fiscale e la malavita organizzata che sottraggono risorse fondamentali al Paese. Altro che nuovo condono! Secondo. Vi è una scala di priorità, a parte quelle già indicate che dovrebbero, da una parte tagliare per recuperare risorse: missioni all'estero, F35, Tav, giusto per fare qualche piccolo esempio e, dall'altro, sostenere le PMI (rinnovamento tecnologico affidato alle università), il sapere nel suo complesso, quale fonte di investimento strategico per il futuro (l'unica nostra risorsa è la materia grigia sulla quale dovremmo investire e non ridurre gli investimenti. Ci stiamo uccidendo!), nuove forme di occupazione (multifunzionalità in agricoltura) anche attraverso fondi di rotazione. E poi: manutenzione del territorio, investimenti verso quella ricerca che chiamerei "ad alto rischio", ossia che non interessa i privati ma che grazie ad essi è stato possibile, ad esempio realizzare la Silicon valley con quello che ha significato dopo (da Google a FB, ecc.). Discorso lungo ma la direzione è quella indicata. Altro che le cosiddette riforme (pensate al ministro Madia e alla cosiddetta riforma della P.A.). Operazione di distrazione di massa. Il fatto è che dopo gli errori di Grillo & Casaleggio alle europee adesso si continua a sbagliare andando appresso a Renzi sulle cosiddette riforme e non guardando al lavoro, ai giovani e ai bisogni reali del Paese. Non ci siamo proprio.