Titolo: DOVE VA LA TERRA DEI FUOCHI?

Il sei febbraio scorso è stata pubblicata la legge n. 6 chiamata Terra dei Fuochi: "conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate". Dieci articoli di cui sei non hanno attinenza diretta alla vicenda specifica. La legge appare subito farraginosa e dalla difficile realizzabilità: 17 fra rinvii a comitati, commissioni, coordinamenti, regolamenti, decreti, direttive, ordinanze, pareri. I ventiquattro scorsi la mappatura delle aree contaminate doveva essere completata e mentre erroneamente è indicata la reggia di Caserta fra le aree rilevate ed eventualmente da bonificare l’assessore regionale all’agricoltura Nugnes ha chiesto un supplemento di verifiche prima di completare la mappatura delle aree a rischio le quali, pare che siano talmente tante che l’ipotesi del no food ha spaventato la stessa amministrazione che ha generato questo mostro nella regione Campania. Ma andiamo per ordine. Dato che la legge prevede provvedimenti anche per la regione Puglia, per la Campania i punti principali della norma riguardano: 1. L’analisi e mappatura dei terreni inquinati (distinzione con quelli “no food”). Previsti 3 milioni di euro sui POR ma già utilizzati; 2. Per le acque di falda si rinvia di 90 gg per uno specifico atto che definisca i parametri fondamentali di qualità delle acque destinate ad uso irriguo. La norma già esiste, però e una commissione sta già lavorando e molti si chiedono che cosa stiano facendo; 3. I terreni inquinati sono destinati a no food con la fitodepurazione; 4. L’istituzione presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno di un gruppo per il monitoraggio; 5. L’introduzione del reato di combustione dei rifiuti; 6. Le bonifiche (anche con il fondo unico giustizia, creato apposta con le risorse provenienti dalla confisca di beni e guadagni illeciti delle criminalità) con gare in deroga ai controlli antimafia! 7. Conferimento di poteri speciali al prefetto di Napoli; 8. Intervento dell’esercito (850 unità max) per il presidio del territorio ma senza potere investigativo fino al 31 dicembre 2014. I militari hanno finito l’addestramento ma ancora non si vedono; 9. Lo screening sanitario gratuito per Campania e puglia (50 milioni, 25 a testa per il 2014 e il 2015) con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità; Caserta e Napoli sono state escluse dall’indagine. Screening di cui tutti parlano, ma non è dato sapere cosa e come si eseguirà. L’Associazione Nazionale Medici per l’Ambiente, per bocca del suo presidente, dr. Gaetano Rivezzi, ha espresso tutta la preoccupazione del sodalizio; 10. Nessun aiuto è stato previsto alla filiera agricola; 11. L’Inea (Istituto di Economia Agraria) analizzerà (non è previsto quando) con i fondi ordinari di cui dispone, le prospettive del comparto agricolo sul mercato; 12. L’autorizzazione per un programma della regione per incentivare il no food; 13. La possibilità di attivare dei consigli consultivi delle comunità locali interessate per favorire la partecipazione e la comunicazione in ordine al rispetto della legge in questione; 14. La deroga al divieto di deroga dell’unità tecnica-amministrativa per la chiusura della fase emergenziale che viene quindi prorogata fino al 31 dic. 2015; 15. La collaborazione a titolo gratuito e a loro spese (!) di possibili eminenti scienziati e tecnici anche stranieri per supportare l’azione di intervento nei territori interessati. L’impressione immediata che si trae dalla lettura della legge è che anziché riconsegnare i suoli all’agricoltura e alla zootecnia si è messo l’intero territorio nelle mani dell’industria. La legge prevede (art. 6 quinquies) contratti istituzionali di sviluppo solo per il no food! Nessuna indennità per gli imprenditori agricoli vittime dell’inquinamento, mentre i soldi pubblici (che non ci sono!) per le bonifiche sono esposti al pericolo delle mafie. Non si avverte la straordinarietà dell’intervento. Non vi è la consapevolezza della gravità della situazione per il settore agricolo-zootecnico; per i consumatori; per la popolazione campana e la sua economia seriamente compromessa da una disastrosa campagna mediatica. Nessuna azione per favorire lo sviluppo delle aree interessate; nessun provvedimento per difendere le produzioni agricole dalla speculazione. Moltissimi imprenditori agricoli si sono visti cancellare i contratti di fornitura con la Findus e la Orogel mentre i commercianti cercano di strappare i prodotti della terra a prezzi di fame. La norma non può costituire e, di fatto, non costituisce, un punto di partenza ma denuncia tutti i limiti di una classe politica incapace di affrontare problemi strutturali che hanno generato la «Terra dei Fuochi». I comitati, le associazioni ambientaliste, la società civile si è già mobilitata contro quella che appare un’operazione di immagine ma anche con l’unico scopo di favorire la realizzazione di impianti a biomasse (inceneritori che bruciano vegetali per produrre energia). Ben cinque pare che ne siano previsti nella sola provincia di Caserta e già alcune grosse società hanno contattato diversi sindaci per allocare sul proprio territorio qualcuno di questi impianti che porteranno, semmai realizzati, redditi quasi nulli alle aziende ex agricole, inquinamento dell’aria ed energia di cui il territorio non necessita. E’ il caso di ricordare che nella provincia di Caserta si produce il 134% dell’energia di cui ha bisogno! Sulla base della norma introdotta, appare utile porre in essere le seguenti prime iniziative: 1. elaborare uno scadenzario per esercitare il controllo delle associazioni e movimenti sulle istituzioni e funzionari preposti alla mappatura dei suoli e alla successiva bonifica; 2. sollecitare (art.2.4bis) i comuni a costituire i consigli consultivi con la partecipazione di rappresentanti dei cittadini residenti (la legge non dice come), delle principali organizzazioni agricole e ambientaliste; 3. prospettare alla commissione di cui all’art.2.4 le azioni urgenti per rivitalizzare l’economia dei territori interessati dall’emergenza inquinamenti; 4. chiedere alla regione e alle province di Napoli e Caserta di promuovere un’azione legale contro la Findus e la Orogel per la loro strumentale (ammessa) sospensione dei contratti di produzione nelle province di Caserta e Napoli che ha prodotto un danno economico e di immagine della regione Campania e delle imprese agricole. Appare del tutto evidente come l’attuale classe politica sia lontana dai bisogni di questo territorio e toccherà alla consapevole parte della società civile, degli intellettuali, delle forze sane e indipendenti promuovere ogni e qualunque azione di difesa alla vita di Campania Felix.