Titolo: Il de profundis di SETTEMBRE AL BORGO

Settembre al Borgo, 43^ stagione. l'Amministrazione Provinciale ha ricevuto dalla Regione un contributo di circa 400.000 euro, mentre, da notizie di stampa e dichiarazioni dei responsabili, pare che siano stati venduti biglietti per circa 2012.000 euro. A queste cifre vanno aggiunte quelle degli eventuali sponsor, ecc. Appare del tutto evidente che la popolazione sia messa al corrente di come viene speso il denaro pubblico a maggior ragione quando si ha la pretesa di segnalare determinati eventi come leve di uno sviluppo dell’intero territorio. A tale proposito vale la pena sottolineare che, a differenza delle altre manifestazioni distribuite in tutto il Paese (si contano circa 12.000 festival in Italia ogni anno), quello di Casertavecchia si potrebbe definire “Il Festival di non so che cos’è”. Non ci riferiamo certamente alla manifestazione rabberciata di quest’anno ma alla totale mancanza di prospettiva e programmazione che una manifestazione così importante per il territorio dovrebbe avere. Basti guardare ai numeri per capire il tramonto di Settembre al Borgo: • Anno 2011 41^ edizione: stanziati 500.000,00 euro + sponsor + biglietti venduti per 28.000 di cui 22.000 presenze agli spettacoli, per 9 giorni di manifestazioni; • Anno 2012 42^ edizione: stanziati ben 560.000,00 euro + sponsor + biglietti venduti per circa 15.000 presenze per 7 giorni per 60 “eventi”!; • Anno 2013 43^ edizione: stanziati 400.000,00 euro + sponsor + biglietti venduti per 7.000 presenze (fra teatro della Torre e piazza Vescovado) per otto spettacoli per 7 giorni per 15 “eventi”!. Come appare in modo inequivocabile non risulta al vero quanto affermato da Zinzi, presidente dell'A.P “di un crescendo rispetto agli altri anni”. Semmai il contrario, egregio sig. Zinzi. E’ evidente che gioca sulla memoria corta dei casertani e dei cosiddetti osservatori e intellettuali "de noantri". Le cose stanno, dunque, esattamente all’opposto di quanto conclamato e il territorio e l’economia di Terra di Lavoro avrebbe bisogno di ben altre capacità e amministratori per sviluppare un serio progetto di rilancio dell’economia verso la valorizzazione dei beni culturali, ambientali, paesaggistiche ed eno-gastronomiche, anziché auto celebrare clamorosi fallimenti in cui i soliti noti ne ricavano vantaggi a tutto danno della cittadinanza e degli operatori economici stretti fra una crisi strutturale e di un personale politico e amministrativo incapace.