Titolo: SEI PROPOSTE AI PARLAMENTARI MOVIMENTO 5 STELLE

SPAZZATOUR 2013 MOVIMENTO 5 STELLE SEI PROPOSTE OPERATIVE AI GRUPPI PARLAMENTARI MOVIMENTO 5 STELLE La vicenda della Terra dei Fuochi, della presenza pervasiva di rifiuti industriali e rifiuti pericolosi provenienti da tutta Italia e illegalmente smaltiti nei suoli agricoli delle due province, in particolare quella casertana, ha avuto ed ha una ripercussione nefasta sia sulle matrici ambientali, sia sulle produzioni agricole, sia sull’economia che sulla salute degli abitanti delle province di Napoli e Caserta. A questa situazione di illegalità e criminalità si è aggiunta l’omissiva e colpevole gestione della cosiddetta emergenza rifiuti, soprattutto per quei territori dove sono venuti meno (o non esistevano ab origine) i principi di lealtà e dovere d’ufficio da parte di funzionari incompetenti quando (e/o) corrotti i quali, in virtù di funzione istituzionale ribadito da preciso e formale mandato da parte della Regione Campania, avevano il dovere di vigilare, sovrintendere e controllare le varie fasi di gestione delle discariche private. Questa colpevole gestione ha generato la più grande catastrofe ambientale e socio igienico-sanitaria che l’Italia ricordi negli ultimi 50 anni, oltre Seveso più di Seveso, come è stato largamente dimostrato. Disastro mantenuto e alimentato fino ad arrivare al boicottaggio vero e proprio di impianti allo scopo di imporre sul territorio, col beneplacito di una classe politica e professionale (professoroni come D’Elia) corrotta, legata a gruppi industriali portatori di tecnologie inquinanti e obsolete. Le autorità preposte alla gestione della cosiddetta “emergenza rifiuti” che ha visto protagonisti assoluti (nell’ambito regionale e ministeriale) responsabili politici e militari ha ulteriormente aggravato una situazione di estremo inquinamento in cui le due province versano. Lo Uttaro, in tale senso, costituisce la summa di tale situazione in cui l’intreccio fra interessi privati, omissione di controlli, aggravata da corruzione e ignoranza, gestione perlomeno maldestra dell’intervento pubblico delle discariche, siti di trasferenza, impianti, macchinari e attrezzature hanno generato il più grave disastro ambientale e uno spreco enorme di risorse pubbliche, con prezzi abnormi fuori mercato e opere realizzate solo sulla carta, vedi ad. Es. Ferrandelle e i militari/tecnici rinviati a giudizio. In questo senso si pone la necessità di orientare un intervento pubblico che: 1) ridia normalità al settore produttivo primario (sostenendolo e cercando di tramutare lo svantaggio in risorsa) che costituisce l’asse portante dell’economia di quelle zone; 2) colpisca nel profondo la camorra e vieppiù i colletti bianchi, funzionari pubblici i quali si sono resi corresponsabili di tale disastro, anziché impedirlo; 3) faccia chiarezza circa il mancato completamento di impianti come quello di compostaggio a San Tammaro (doveva entrare in esercizio l’ultima volta nel 2008) che avrebbe rappresentato una vera svolta nella gestione del ciclo dei materiali; 4) dia una risposta concreta allo sterminio (alcuni lo hanno chiamato genocidio) che sta avvenendo in quelle due province tanto da far rilevare, con dati consolidati, da parte dell’ISTAT che in provincia di Caserta e Napoli, al di là delle cause e dei nessi di connessione, la popolazione ha un’aspettativa di vita mediamente inferiore di un anno e mezzo rispetto alla media nazionale, oltre a dover convivere con malattie e patologie dolorose e invalidanti. Per tutti questi motivi s’invita la rappresentanza parlamentare del Movimento Cinque Stelle a considerare la possibilità di proporre i seguenti interventi: 1) Commissione d’inchiesta parlamentare sulla vicenda Lo Uttaro (MADRE di tutte le emergenze socio-economiche-ambientali e igienico-sanitarie), finalizzata a chiarire (o a riportarla semplicemente alla luce nella sua cruda e nota realtà, conosciuta perlomeno dal 1994 – 1° informativa alle autorità giudiziarie del Prefetto di Napoli – Commissario delegato) la vicenda e a individuare un percorso per la soluzione al gravissimo problema; 2) Commissione d’inchiesta circa le responsabilità e le connessioni che hanno portato, da una parte a bloccare da oltre sette anni il completamento dei lavori (circa tre settimane) dell’impianto di compostaggio di San Tammaro e, dall’altra a sostenere la realizzazione di un gassificatore per risolvere il problema dei rifiuti della provincia di Caserta che ha una dotazione di impianti, macchinari e attrezzature superiori al suo fabbisogno; 3) Piano speciale di sostegno ai redditi agricoli e rilancio dell’attività agricola zootecnica in Terra di Lavoro e nel napoletano anche attraverso piani per la depurazione delle falde; l’introduzione di tecnologie (fitorimedio) e di coltivazioni cosiddette industriali allo scopo di mantenere i suoli per la produzione agraria, liberare i terreni dagli inquinanti, collegare tali produzioni con il settore industriale e le Università; 4) Abolizione di ogni contributo a fondo perduto e costituzione di un fondo di rotazione che favorisca la creazione di nuove aziende agricole, in una logica di multifunzionalità, a partire dall’utilizzazione dei vasti suoli agrari rappresentati dagli usi civici e dalle terre confiscate alle mafie; 5) Valutare un progetto di legge che tolga la patria potestà ai mafiosi così come ai pubblici funzionari che, in oltre trenta anni di gestione pubblica del ciclo del materiale proveniente dai rifiuti, hanno generato il più grande inquinamento delle matrici ambientali del territorio, con conseguenze ancora non del tutto valutate, aggravato dalla “cultura” che questi delinquenti hanno trasfuso ai loro figli. Oggi un tossicodipendente non ha diritto a educare i propri figli, un camorrista o un pubblico dipendente corrotto e colluso sì. Si ricorda che i giudici Montalto, Falcone e Borsellino avevano individuato nella confisca dei beni ai delinquenti e funzionari corrotti l’elemento essenziale per sconfiggere le mafie e l’intreccio perverso pubblico/privato. Accanto ai soldi occorre togliere alle mafie (pubblico/privato) anche il futuro che è rappresentato dai loro figli (per salvare quest’ultimi) i quali, regolarmente, in una spirale senza fine, continuano a sostenere le attività illecite dei genitori, magari in galera, memori di un portato culturale che li identifica e li spinge inesorabilmente per quella strada; 6) Valutare un progetto di legge secondo il quale ai cittadini delle province di Napoli e Caserta sia consentito di andare in pensione almeno un anno e mezzo prima in considerazione che l’aspettativa di vita di quei cittadini è di un anno e mezzo inferiore rispetto alla media nazionale.