Con sinistra periodicità la società civile casertana cerca da più di trent'anni provvedimenti per salvaguardare a valorizzare la catena dei Monti Tifatini. L'attività estrattiva, che ha fatto arricchire una decina di famiglie, è costata alla collettività, al paesaggio, alle risorse, all'economia, alla salute e all'occupazione un prezzo altissimo e le cui conseguenze appaiono come un processo irreversibile di distruzione e bruttezza. Legambiente, Italia Nostra, ecc. hanno sempre chiesto ad una classe politica che, quando non era corrotta era incompetente, di promuovere atti, azioni, provvedimenti per innescare un'inversione nella distruzione fisica del territorio e un massacro della nostra storia e cultura locali. I fatti sono sotto gli occhi di tutti e ancora una volta si è costretti a promuovere "campagne di mobilitazione". E' tempo che si prenda atto che in politica non esiste il concetto di indifferenza ma semplicemente la rappresentazione di interessi altri. La collusione della classe politica passata e presente ci induce a sollecitare oltre che alla promozione di campagne di mobilitazione anche l'affermazione di una necessità e un'urgenza: quella di cacciare via una classe di politici indegni di governare e di rappresentarci. Voglio, infine ricordare un vecchio adagio che così recita: "Il ladro non è solo quello che ruba, ma anche quello che tiene il sacco".