Titolo: Si può ragionare?

Un mio contributo alla rubrica del Denaro...ciao Peppe. Antonio Paolo Romano Come chiamare la patologia di una democrazia in cui si è arrivati a convincere oltre la metà della popolazione che i politici "fanno tutti schifo uguale" (e perciò non si vota), un altro quasi quarto che vota uno che li manda "affanculo" e l'altro quarto di mondo politico che balla intorno alla candidatura di una sola persona, superMario? Come chiamare la patologia di una politica che invoca più Europa proprio mentre la sottoscrizione di patti europei ci costringe a salassare la parte più dinamica e produttiva del Paese, avviluppandoci in debiti per pagare i debiti? Occorre forse qualche scelta coraggiosa e contraria, occorre che qualcuno ragioni di contenuti non di contenitori - ad esempio gli inglesi stanno studiando dei modi di essere europei senza cedere sovranità - e non riduca tutta la faccenda politica alla banale e dittatoriale idea di "credibilità", qualità decisa dagli organi di stampa potenti, non dai fatti. Perché a chi si piega sotto l’Imu, o la montagna di tasse che servono a mantenere un carrozzone statale pesante e spesso improduttivo, a chi perde il lavoro, a chi non riceve credito dalle banche per intraprendere, a chi ha crediti verso lo stato, non gliene frega nulla della presunta credibilità "autostabilita" da chi lo sta torchiando. La crisi, va ricordato, non è una pestilenza, ma il fallimento di un sistema finanziario che ha pensato come salvare se stesso (basta vedere gli stipendi dei banchieri colpevoli del tracollo o dei capi delle agenzie di rating che fino al giorno prima del fallimento della Lehman tranquillizzavano gli investitori) facendo pagare il conto a noi. Insomma, si può ragionare o si va tutti verso scelte politiche presentateci come un fato, un destino (con relativi uomini del destino...)? Caro Antonio, condivido in toto quello che hai scritto ad eccezione di "si può ragionare...?". No, non si può a quanto pare, basti vedere il panorama che ci pone davanti nelle liste in corsa per il Palazzo. Allora? Allora è tempo di rompere il giocattolo. Non ci sono alternative. Per quanto mi riguarda avevo tentato con Cambiare si può (aderendo sin dall'inizio ad Alba e promuovendo un confronto anche qui a Caserta) ma non ero d'accordo sulla candidatura di Ingroia (che doveva rimanere in Guatemala a fare il magistrato) e non volevo nessuno dei segretari dei partiti (IDV, PCDI, Verdi, ecc.), alcuni dei quali cinque secondi prima di aderire avevano fatto richiesta di coalizzarsi con il PD. I 10 punti programmatici sono tutti condivisibili, le facce no. E' un déjà vu. Che farò? Certo non mi asterrò. Voterò con ogni probabilità M5S e sai perché? Perché essenzialmente è una forza di rottura aldilà di certe rappresentazioni farsesche molto italiote. Ho letto il programma e sostanzialmente mi piace (tranne la posizione sull'Europa e altre questioni sulle quali sto ancora riflettendo). Dicono che sono populisti ma sono persuaso che sia solo una falsità. Sto seguendo l'A.C. di Parma per capire chi sono e come governano. Non riusciranno a fare peggio di quelli che li hanno preceduti ed hanno le idee chiare. Il rinnovamento della politica passa anche da questo e . Buona domenica. Giuseppe