Titolo: Roghi e protocolli prefettizi: ovvero come ti prendo per i fondelli

COME TI PRENDO PER IL CULO (Chiedo scusa per il francesismo). Leggete qua sotto e poi il commento del sottoscritto. INTERNAPOLI 18/10/2012. Continua l'impegno di Prefetto e sindaci del territorio per fare fronte comune contro i roghi di rifiuti tossici nell'area a nord di Napoli. Ieri è stato sottoscritto un protocollo d'intesa dal titolo “Attività di prevenzione e vigilanza finalizzate ad evitare fenomeni di abbandono dei rifiuti, nonché ad impedire l’illegale smaltimento degli stessi attraverso roghi in luoghi pubblici e privati”. L'iniziativa, fortemente voluta dal Prefetto di Napoli De Martino, su sollecitazione dei sindaci del territorio, è volta a un maggiore controllo ambientale, sul versante dell'abbandono dei rifiuti in strada, avvalendosi anche dell'attività dei volontari. Oltre agli enti locali, infatti, nella firma del protocollo sono state coinvolte anche associazioni di volontariato a carattere ambientalista. I volontari si sono impegnati a vigilare, segnalare prontamente, osservare e raccogliere informazioni che serviranno ad agire tempestivamente nel caso di roghi velenosi. Grazie all'attività di monitoraggio del territorio, si potrà avere una mappa più completa dei luoghi dove il fenomeno degli scarichi illegali è più frequente. Il prefetto De Martino ha dichiarato «ci mettono la faccia». Nessuno scarica barile, dunque, nessuna incertezza sulle funzioni, i cittadini sapranno con chi prendersela nel caso nulla venga fatto. Il protocollo firmato ieri è una versione più aggiornata ed ampliata di quello già firmato con altri 17 sindaci lo scorso 23 marzo, insieme con questi, spetta un compito non indifferente: ripulire le strade dai cumuli di rifiuti. Il compito di analizzare e classificare i rifiuti invece, spetterà ad Asl e Arpac, mentre la Regione si è impegnata ad attivare presso la Scuola Regionale di Polizia Locale, stage e incontri formativi con il personale delle polizie locali che saranno messi così in grado di agire con maggiore professionalità nel reprimere il fenomeno dello scarico illecito dei rifiuti. Il territorio a nord di Napoli: la cosiddetta “Terra dei fuochi” è ormai considerata una zona ad alta concentrazione di malattie tumorali ed è proprio da quest'ultimo aspetto che l'iniziativa a preso il via. L'impegno dei volontari dovrebbe rappresentare quel “valore aggiunto” necessario a permettere interventi mirati da parte delle forze di polizia. La notizia della sottoscrizione del protocollo è stata accolta positivamente da tutte le parti coinvolte. L'ispettore alle politiche formative della sezione provinciale di Napoli delle Guardie Ambientali d'Italia, Andrea Pianese, si è detto particolarmente soddisfatto del coinvolgimento dei volontari nell'iniziativa del Prefetto partenopeo: «grazie all'ausilio dei volontari a supporto delle operazioni di controllo e monitoraggio del territorio – ha dichiarato Pianese - sarà possibile creare una fitta rete di osservatori in grado di rappresentare un valido deterrente contro il fenomeno di abbandono dei rifiuti tossici ai margini delle strade e, in particolare – ha poi concluso Pianese - nelle zone periferiche dell'hinterland partenopeo». Commento. La tecnologia oggi (e da molti anni ormai) mette a disposizione mezzi e strumenti tali che consente di controllare, ad esempio, una persona che abita in un palazzo di 30 piani e che occupa un appartamento all'ottavo piano. Tale tecnologia satellitare, infatti, consente di sapere, h 24, se quella persona sta facendosi la doccia o è comodamente seduta in cucina a consumare un pasto e di fotografarla o riprenderla. La cosiddetta società civile si lamenta, fa manifestazioni e addirittura sottoscrive protocolli con le "autorità preposte", per innalzare il livello di controllo sui roghi e sui siti, sempre gli stessi, da noi, società civile, indicati cento volte agli amministratori locali, all'autorità giudiziaria, al commissario di governo, alla stampa e a quelle istituzioni con i quali si sottoscrivono protocolli. Non vi sembra che si continua a farci prendere letteralmente per i fondelli? Non vi sembra che ci sia una volontà politica collegata ad affari sporchi e malavitosi di fare come hanno deciso parecchi anni fa: ossia fare della Campania e, segnatamente, la provincia di Caserta e la parte della provincia di Napoli a ridosso di Caserta, immondezzaio dei rifiuti industriali del Centro-Nord del Paese e di quelli degli industriali nostrani, ivi compresi dei rifiuti degli impianti di depurazione ? Occorre uscire da questo equivoco ed essere presi ancora per utili idioti per poi sentire il cardinale Sepe che auspica che siano realizzati gli impianti con il ringraziamento ossequioso di Zinzi?