Titolo: ALL'ASSESSORE GRECO CHE NON SI DIMETTE

DEDICATO AL SOLDATO ASSESSORE GRECO, ALLA MAGGIORANZA MA ANCHE ALL'OPPOSIZIONE CHE NULLA FA PER RENDERE TRASPARENTE E LEGALI LE NOSTRE ISTITUZIONI LOCALI COSE DELL’ALTRO MONDO LONDRA E LE DIMISSIONI OBBLIGATORIE CHI L’AVREBBE MAI DETTO di Caterina Soffici Viaggi ai caraibi, cene elettorali, l’uso esclusivo di uno yacht, capodanni da mille a una notte, 4 milioni di euro di sospetta cresta per l’acquisto di una villa in Sardegna,rapporti con un faccendiere... Per fortuna Formigoni deve rendere conto alla giustizia italiana e non all’Old Bailey londinese. In Inghilterra basta il sospetto per far vacillare una carriera politica. Perché se sei un personaggio pubblico devi essere al di sopra di ogni sospetto. Se poi i giudici decidono di indagare su di te, le dimissioni sono un atto dovuto. Non è una regola scritta, ma succede sempre così. A prescindere. La frase di rito è: sono innocente e mi dimetto per dimostrarlo. Ho troppo rispetto per il ruolo che ricopro per rischiare di infangarlo con un’indagine. In onore a questo principio, il reato commesso da un personaggio pubblico è considerato più grave perché danneggia l’istituzione. Ve lo immaginate in Italia? Vero che i processi in Inghilterra sono veloci, non ci sono tre gradi di giudizio e non esiste un conflitto tra magistratura e politica. Ma questo per i politici italiani sarebbe un dramma ulteriore: perché alla fine del processo, quindi nel giro di pochi mesi, se riconosciuti colpevoli, si finisce diritti in galera. L’etica anglosassone permette al sistema di autoripulirsi ciclicamente e di espellere le mele marce. Chi ha frequentazioni poco chiare o finanziamenti non trasparenti o spese non giustificate non può ricoprire incarichi pubblici. Non c’è rete di protezione politica, se vieni beccato. A Londra negli ultimi 12 mesi si è dimesso un ministro (Chris Huhne, potentissimo vice del partito di coalizione libdem) accusato di aver mentito su una multa per eccesso di velocità. Rischia pure di finire dietro le sbarre. Lo scandalo dell’anno scorso sui rimborsi spese gonfiati ha portato guai per 381 parlamentari. Le cifre sono ridicole. Alcuni avevano messo a carico del contribuente la gabbietta per il pappagallino, lo scontrino del cibo del gatto, la potatura delle siepe. Sono stati condannati, hanno risarcito il maltolto (1 milione e 200mila sterline in tutti). E’ finito in carcere solo chi ha mentito e intralciato il corso della giustizia, come Jim Devine, 8mila euro di falsi lavori di ristrutturazione e tinteggiature. Nello scandalo delle intercettazioni illegali, tutti gli indagati si sono dimessi e sono rotolate teste pesantissime, come quella di Rebecca Brooks, ad dell’impero mediatico di Murdoch e quella del capo di Scotland Yard. Nel loro marcio, anche i banchieri della City hanno pagato per aver truccato i tassi di interesse e Bob Diamond è stato costretto a lasciare la poltrona come ad di Barclays. Fonte: da Il Fatto Quotidiano del 27 luglio 2012