Titolo: Assessori Greco e Pizzi. Due casi da analizzare

AVVISO PUBBLICO: CHE COS’E’ LA CARTA DI PISA? DUE CASI DA ANALIZZARE: COMUNE DI CASERTA CON L’ASSESSORE GRECO E IL COMUNE DI AVERSA CON L’ASSESSORE PIZZI Avviso Pubblico (http://www.avvisopubblico.it), Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, è un’Associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare e organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati. Attualmente Avviso Pubblico conta più di 200 soci tra Comuni, Province, Regioni. In Campania aderiscono: Provincia di Napoli; Comune di Castelnuovo Cilento (SA); Comune di Conza della Campania (AV); Comune di Eboli (SA); Comune di Quindici (AV); Comune di Sorrento (NA). Naturalmente nessuna amministrazione pubblica della provincia di Caserta ha ritenuto di aderire a quell’associazione dove, com’è noto a tutti i responsabili degli istituti di pena d’Italia, non è ospitato alcun malavitoso, o camorrista, o corrotto, ladro, concusso, e non ci sono beni confiscati alla camorra e tutti gli amministratori sono, com’è noto a tutti, specchio di moralità pubblica e del popolo che amministrano. Fra di loro, infatti, non ci sono rinviati a giudizio o in galera, o condannati dalla corte dei conti e presenti nei consigli comunali, o dipendenti di società dove partecipano i comuni che fanno i consiglieri comunali o gli assessori, o amministrazioni sciolte per mafia (mai!). No! Caserta è il “modello Caserta” assunto anche dallo Stato per esportare il senso del bene comune e della moralità pubblica in tutto il Paese. Avviso Pubblico ha proposto a tutti gli amministratori locali d’Italia la “Carta di Pisa”. E’ il codice etico destinato agli enti e agli amministratori locali che intendono rafforzare la trasparenza e la legalità nella pubblica amministrazione, in particolare contro la corruzione e l’infiltrazione mafiosa. Si tratta di un codice che fornisce alcune precise indicazioni agli amministratori locali su una serie di questioni specifiche, tra le quali: la trasparenza, il conflitto d’interessi, il finanziamento dell’attività politica, le nomine in enti e società pubbliche e i rapporti con l’autorità giudiziaria. La Carta, già dalla sua genesi, può considerarsi un primo tentativo di formulazione di una politica anticorruzione proveniente dal basso, il tentativo di rispondere ad un bisogno espresso da diversi amministratori locali di dotarsi di uno strumento che rafforzi il rispetto dei dettami costituzionali della diligenza, lealtà, onestà, trasparenze, correttezza e imparzialità. Ad esempio ad Aversa moltissimi candidati avevano offerto la loro disponibilità a sottoscrivere la carta di Pisa. Non è dato sapere quanti lo hanno fatto o se c’è qualcuno che lo ha fatto (nessuna traccia si trova nel sito ufficiale dell’Associazione). Due assessori: una a Caserta, Greco Giuseppe di professione architetto e assessore all’urbanistica e l’altro ad Aversa, Pizzi Raffaele non sappiamo che mestiere faccia ma è amico di Angelo Brancaccio (si il protagonista assoluto dell’espansione edilizia – la vogliamo chiamare così? Di Orta di Atella) e tanto basta. Ebbene, questi due campioni senza valore sono stati rinviati a giudizio e devono rispondere alla Giustizia di gravi reati. Greco è accusato di falso ideologico, compiuto in concorso, proprio con, Enzo Russo. Nel dettaglio, Peppe Greco è accusato di aver presentato delle planimetrie per l'accatastamento dei sottotetti degli appartamenti in questione attestanti, secondo il Pubblico Ministero, dott. Giuliano Caputo, “falsamente al pubblico ufficiale, in servizio presso l'agenzia del territorio di Caserta, delle altezze maggiori di quelle effettive”, le quali non erano attestabili, in quanto, semplicemente, illegali. Raffaele Pizzi (detto Massimo) è coinvolto, insieme ad altri 11 imputati, nel crack della Banca di Credito Cooperativo di Aversa. Secondo il gip la dirigenza in carica della Bcc normanna aveva dissipato circa undici milioni di euro in un arco temporale di due anni attraverso manovre avventate che eludevano la normativa vigente anche in materia di antiriciclaggio. A seguito di tanta gravità e clamore occorreva salvaguardare l’immagine della Pubblica Amministrazione nell’attesa di un chiarimento definitivo sulle vicende (sentenza). Del Gaudio e Sagliocco che fanno? Niente. Naturalmente. Anzi no. Del Gaudio mette la volpe a guardia del pollaio e incarica Greco di occuparsi del nuovo piano regolatore. Questi si impegna a portare a conclusione il procedimento del PUC in 24 mesi! Sagliocco non fa nulla ma fa parlare i suoi per difendere senza se e senza ma l’assessore-martire della giustizia italiota. La domanda allora sorge spontanea: “E l’opposizione cosa fa?”. Il PD di Aversa chiede al sindaco di dimettere Pizzi in nome della coerenza (si dice che ha firmato la Carta di Pisa) e comunque in virtù di impegno preso in campagna elettorale nel nome della trasparenza, coerenza e legalità. A Caserta, l’altro PD per bocca di uno dei maggiori rappresentanti, l’ing. Mauro Desiderio, preoccupatissimo, ricorda agli amministratori di fare presto e che “i tempi per approvare il PUC sono ormai stretti e, al di là delle chiacchiere, fatto è che entro diciotto mesi il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ridurrà l'intera città ad area totalmente inedificabile, decadendo l'attuale P.R.G., e ciò, obbligo e non scelta, nell'attuale crisi lavorativa non ci piace”. Il PD non si preoccupa che l’asticella della moralità nella città di Caserta per una questione, come dire, pratica anziché abbassarla è stata del tutto rimossa ma si preoccupa che in una città con migliaia di appartamenti sfitti non si possa continuare a costruire. Cosa ci possiamo aspettare da questa gente?