Titolo: Dissesto e soldi alle casse del comune: atti d’obbligo e asservimento

Lettera aperta ai commissari per il dissesto del comune di Caserta dr. Aragno, Giangrande e De Luca Illustri commissari, gentili ospiti di questa città, mi permetto di rivolgervi a voi nella qualità di ex assessore comunale al patrimonio e alla trasparenza nella giunta Bulzoni (anni 1993-1997). Quei quattro anni di sana amministrazione hanno portato i debiti del comune da 200 miliardi di lire ad appena 63. I dati. QUATTRO ANNI DI GIUNTA BULZONI 1993-1997 Si premette che la precedente giunta Gasparin, travolta da tangentopoli, aveva lasciato oltre 200 miliardi di lire di debiti. Mutui dal '94 al '97 € 28.785.241,00, scadenza media 2010, di cui: • € 6. 713.939,10 “Ripianamento debito Slia" (servizi di igiene urbana Soc. Slia dal 1980 al 1994); • € 3. 863.097,60 "Completamento lavori Teatro Comunale"; • € 303.263,49 (Debito fuori bilancio Farina); • € 10.329.137,00 circa Debiti fuori bilancio, pagati con spesa corrente. L'eredità Giunta Bulzoni • Mutui in essere alla data del 31/12/1997, quota capitale residua € 34.500.000,000 circa • La quota interessi + quota capitale è pari a € 5.088.470,00 Capacità di indebitamento dell’Ente alla data del 31/12/1997 € 200.000.000,00 OTTO ANNI DI GIUNTA FALCO 1998-2005 Mutui dal '98 al 2004 € 142.391.048,00, scadenza media 2024. L'eredità Giunta Falco Mutui in essere alla data del 31/12/2005: • Mutui (quota capitale residua) € 142.500.000,00 • Anticipazione per futura vendita di beni € 2.000.000,00 • Boc € 1.500.000,00 Totale € 146.000.000,00 Occorre ancora aggiungere una quota di capitale + interessi che viene trasferita, in virtù di uno Swap al Bilancio 2007 La quota capitale + quota interessi è pari a € 12.028.335,83 Alla data del 31/12/2005 in essere n. 3 Swap (operazioni di finanza derivata): 1) € 40.049.040,99 (contratto n. 1500895 del 24.06.2005 Comune/BNL) 2) € 82.435.246,97 (contratto n.1510443 del 29.09.2005 Comune/BNL-Intesa-opi) 3) € 19.711.481,00 (contratto n. 511110305 del 15.11.2005 Comune/Banca Intesa) capacità di indebitamento dell’Ente alla data del 31/12/2005 € 40.000.000,00 QUATTRO ANNI DI GIUNTA PETTERUTI 2006-2010 La quota interessi + quota capitale alla data del 31/12/2010 è di € 15.891.379,00 Alla data del 31/12/2010, capacità di indebitamento € 0,0. La mia, ovviamente, non vuole essere la celebrazione dell’unica esperienza amministrativa che nella storia della città è stata un’autentica discontinuità col passato. Voglio contribuire nel vostro lavoro fornendovi alcune informazioni che potrebbero assicurare alle casse dell’ente diversi milioni di euro. Due le parole che hanno generato il disastro morale, economico, urbanistico e territoriale della città: atti d’obbligo e asservimento. Atti d’obbligo. Caserta come Copenaghen? Prima del 1983 – ossia prima dell’adozione del PRG – le concessioni edilizie erano, spesso, rilasciate sulla base di una negoziazione preventiva in cambio del titolo, quasi sempre illegittimo, con il quale il privato richiedente si impegnava a realizzare un’opera (campo di calcio, centro per il quartiere, piscina, campo di bocce, centri sociali, campi di basket, ecc.). Naturalmente nulla di tutto ciò è stato mai realizzato in quel periodo, ma i palazzi, i condomini, le ville a schiera stanno lì come testimoni silenziosi. Presso l’ufficio urbanistica del comune,che all’epoca stava in alcuni locali abusivi in Piazza Gramsci, tali atti dovrebbero essere conservati. Dopo il 1983 con l’adozione prima e l’approvazione poi del PRG (intervenuta nel 1987) la negoziazione si è trasferita sugli oneri concessori (afferenti le C.E.) o sulle monetizzazioni per mancata cessione di aree per standard (afferenti le lottizzazioni): il privato, a scomputo degli importi dovuti, si obbligava a realizzare direttamente opere di urbanizzazione. In altri termini se Caserta avesse avuto tutte le opere per le quali ditte costruttrici e privati cittadini si sono impegnati la città apparirebbe agli occhi degli ospiti come una piccola Copenaghen. Ma le cose non sono andate come era d’obbligo. Asservimento per costruzioni falsamente rurali. Se una qualsivoglia ditta richiedeva volumetrie insufficienti in area periurbana (ma classificata rurale) poteva asservire delle superfici in zone rurali semisperdute, privandole del potenziale edificatorio a vantaggio del sito in prossimità della città. Così sono stati costruite decine e decine di fabbricati falsamente rurali. La regola stabiliva però che presso la Conservatoria doveva essere registrato il vincolo. Nella realtà succedeva che quell’area agricola veniva venduta a terzi, al compare, al clan, ecc. si riguadagnava la verginità perduta e il gioco ricominciava poiché negli atti del comune magari la registrazione del vincolo non risultava o veniva “ignorato”. La ricostruzione di quelle pratiche consentirebbe alla comunità di recuperare il corrispondente valore del costruito illecitamente, oltre a far giustizia di un periodo che ha generato tanti guasti al territorio e alla vivibilità. Parcheggi privati ad uso pubblico. Appare utile aggiungere che dal 1987 ad oggi vi è un’altra norma del PRG non rispettata che riguarda i parcheggi privati ad uso pubblico. Si badi bene, questa norma andava aldilà della legge Tognoli sui parcheggi nelle zone B. Essa prevedeva l’obbligo di destinare una superficie pari ad 1/20° del volume residenziale per parcheggio privato ad uso pubblico: pertanto, a costo 0,0 i sarebbero dovuti creare a favore della città nuovi parcheggi anche se la proprietà rimaneva in testa al proprietario del lotto. Ad esclusione, mi pare di un paio di casi, in tutta la città, nessuno ha rispettato questa norma. Il corrispondente valore di tali aree costituirebbero svariati milioni di euro per la comunità che è costretta a subire sulle strade la sosta di migliaia di autovetture che non dispongono per la sosta di parcheggi privati ad uso pubblico. Caserta come Copenaghen? Inventario delle proprietà comunali. Alla fine del mandato come assessore al patrimonio (anno 1995) avevo provveduto a realizzare, grazie all’operato del rag. Achille Corcione, nella qualità di dirigente p.t., l’inventario del comune e a raddoppiare gli affitti dei locali di proprietà del comune (a quei tempi in via Mazzini per negozi la precedente amministrazione faceva pagare poco più di 2-300 mila lire al mese quando già in via Mazzini all’epoca si pagava oltre un milione di lire al mese per locali simili!). Per quanto è dato sapere gli affitti dei locali commerciali dal 1995 non sono stati più aggiornati e vi sono affittuari che devono al comune dai 30 ai 100 mila euro di affitti non pagati. Qualcuno oggi propone di venderli! Oltre al danno anche la beffa. Atti a disposizione. Come assessore alla trasparenza, avevo ricostruito i fascicoli relativi ad almeno 52 atti d’obbligo e avevo iniziato le procedure anche per l’acquisizione dei beni. Una ne ricordo in particolare per la quale fu sottoscritto, tra le parti, l’atto notarile (cessione di strada a seguito atto d’obbligo) e dato un nome: via Eleonora Pimentel De Fonseca, strada di collegamento tra via Ruggiero e via G.M. Bosco. L’atto fu consegnato all’ufficio traffico (geom. Stefano Perillo) per apporre la segnaletica verticale e orizzontale e provvedere all’apertura al traffico dell’arteria. La Commissione toponomastica prima e la Giunta poi provvide a darle la denominazione (vedere stradario del comune di Caserta anno 1997). Alla fine del mandato ho consegnato agli uffici detti fascicoli oltre ad uno in particolare sulle proprietà soggette all’uso civico per le quali si era in attesa dell’autorizzazione regionale per effettuare il piano di assestamento forestale, così come stabilito dalla normativa e a totale carico della Regione. Non meraviglia affatto che consiglieri comunali di lunghissimo corso non abbiano, in occasione del dibattito sul dissesto o dopo, speso una parola sulle problematiche affacciate. Eppure queste persone conoscono bene i fatti in quanto protagonisti di una stagione di disastro urbanistico e territoriale. Conclusioni Attraverso una puntuale verifica delle concessioni edilizie e delle lottizzazioni, con personale affidabile, è possibile riscontrare quante proprietà non sono andate alla città e quante decine di milioni di euro si potrebbero incamerare dal puntuale rispetto degli impegni assunti, sottoscritti e non mantenuti. Ringrazio per l’attenzione. Dr.agr. Giuseppe Messina già assessore alla trasparenza del comune di Caserta