Titolo: Dissesto finanziario e finta opposizione

A leggere la stampa casertana circa il dissesto finanziario del comune capoluogo, il cui consiglio comunale è chiamato oggi ad esprimersi, si ha la sensazione che le notizie arrivano dalla Luna e non dal pantano del Palazzo. Ricordiamo i fatti. La Corte dei Conti a gennaio 2011 scrive una lettera al Comune, invitando l'Amministrazione a procedere alla dichiarazione del dissesto finanziario a causa dei debiti e della situazione di bilancio dell'ente. Il Commissario di governo, così si dice ma noi non ci crediamo, si guarda bene dal far sapere la cosa e, tanto meno di decidere. Per una sorta di tradizione tutta politica ma per niente legale, i commissari stanno a ricoprire quelle poltrone unicamente per tenerle calde. Giusto il tempo che il nuovo sindaco sieda su quello scranno. Ma a detta di Del Gaudio, pare sindaco di Caserta, è venuto a conoscenza della comunicazione della Corte dei Conti solo negli ultimi giorni. Il Prefetto di Caserta, tramite stampa locale, pare abbia detto al sindaco o dichiari tu il dissesto o sarò costretto a farlo io. La giunta, dopo uno studio "matto e disperatissimo" dichiara il dissesto e sottopone oggi al consiglio tale proposta. Del Gaudio tenta la carta della propaganda dicendo "ho scelto di scegliere". La cosa fa un pò ridere ma anche piangere visto che, sostanzialmente, si tratta di una scelta obbligata. Ma qui il mistero si fa fitto e la Stampa locale crea una strana luce attorno alla vicenda: "La maggioranza è compatta", "siamo pronti ad affrontare il confronto", "guardiamo al futuro con ottimismo" e via ciarlando. L'opposizione, principalmente il PD, in piena fregola aventiniana, anticipa che è contrario al dissesto, ma anche Speranza per Caserta (incredibile!), dichiarerà la propria contrarietà, ma non parteciperà al voto allontanandosi dall'aula. Chissà che vorrà significare. Non votare a favore del dissesto e chiedere una discontinuità nell'amministrare la città, chiedendo prima di tutto le dimissioni del sindaco e di tutti quegli amministratori che si sono resi responsabili di questo disastro, appare collusivo con un sistema di imprese che ha munto fino ad esaurire le risorse del comune e oggi si vogliono fare "la scarpetta" facendo mettere in vendita quello che rimane delle risorse comunali: il patrimonio immobiliare. Bel risultato non c'è che dire! Qualunque discussione o posizione che vada in una direzione diversa dal ricordare chi ha portato la città a questo punto e chiederne di risponderne alla città, ha l'amaro sapore di una vecchia politica, di un già visto e di una cultura di governo del tutto assente. Chi vuole votare contro il dissesto fa un ragionamento di tipo politico da basso macello, nella speranza di trarne vantaggio alle elezioni. Ma quattro anni sono lunghi! Non farla pagare oggi a chi ha generato tutto questo è segno di debolezza e di mediocre strategia che, comunque, va contro la città e contro i cittadini. Il dissesto ci farebbe risparmiare non meno di 120-140 milioni di euro sul credito vantato dal "sistema" imprese e avvierebbe un’operazione verità che molti consiglieri, di qua e di là dello schieramento, evidentemente non hanno interesse a far svelare.