Titolo: Speranza per Caserta verso il congresso. Adesione a 5 Stelle?

INCOMINCIARE A RIFLETTERE SUL NOSTRO FUTURO. Ex-voti di Marco Travaglio Abbiamo sempre pensato e scritto che B. e i finti oppositori che gli hanno garantito così lunga vita non siano uguali, ma complementari. Da 17 anni, in questa eterna Bicamerale strisciante, si sostengono a vicenda. A B. fa comodo un centrosinistra per metà molliccio e compromissorio che gliele dà tutte vinte (i sedicenti “riformisti”, in realtà inciucisti); e per metà parolaio e inconcludente, che gli serve a perpetuare la leggenda del comunismo in agguato (la sedicente “sinistra radicale” che di radicale non ha nulla, ieri con Bertinotti e oggi con Vendola). E al centrosinistra fa gioco una destra impresentabile, guidata da un tale manigoldo che consente loro di vantarsi di non essere come lui, nel senso che sono un po’ meno peggio, e di lucrare di rendita sulla paura del babau. Poi qualcuno si meraviglia se Cinquestelle sfiora il 6% in Molise, rischiando di eguagliare il Pd, sceso addirittura sotto il 10. E c’è pure qualche buontempone che dà la colpa (o il merito) a Grillo se lo sgovernatore plurinquisito Michele Iorio viene rieletto per la terza volta. Lo dice il Pd, lo ripete il giorno dopo B. Ora, non si vede perché mai Cinquestelle avrebbe dovuto allearsi col Pd, che ha sempre considerato i grillini come dei pericolosi facinorosi. Né si comprende di quale “tradimento” sarebbero colpevoli, visto che si sono sempre detti alternativi a questa destra e a questa sinistra: non per puzza sotto il naso, ma per totale incompatibilità programmatica. Se tengono tanto all’alleanza coi grillini, i partiti non hanno che da far proprie alcune delle loro proposte. A cominciare da un nuovo modello di sviluppo e di progresso, fondato sulla decrescita e non sul pil del consumo e del cemento. E da una nuova politica, leggera, giovane, trasparente, di servizio, senza soldi pubblici né strutture elefantiache. Si è pure evocato, a proposito del caso Molise, il parallelo con il caso Piemonte, dove due anni fa la governatrice Bresso fu battuta dal leghista Cota perché i grillini non avevano votato Pd. Se è per questo, non avevano votato neppure per Cota. Senza la lista Cinquestelle, non avrebbero votato per nessuno. Perché mai infatti un grillino piemontese dovrebbe votare Pd, o Lega, o Pdl, o Udc, visto che sono tutti d’accordo sul mostro insensato chiamato Tav? Quello che questi partitocrati rincoglioniti, presunti “professionisti della politica”, non riescono proprio a capire è un dato banalissimo: Grillo non è la causa delle loro disgrazie, ma è l’effetto. I suoi voti sono ex-voti che i partiti hanno perduto da un pezzo e non li riconquisteranno più, almeno finché seguiteranno a esibire certe facce, programmi e comportamenti. A comportarsi come una Casta di intoccabili. A sentirsi molto più vicini agli altri soci della Politica Spa che ai cittadini. Per quanto si sforzi, Grillo non riuscirà mai a danneggiare il Pd quanto lo danneggiano certi suoi dirigenti. Il caso Penati è colpa di Grillo? È colpa di Grillo se D’Alema volava a scrocco sui jet di una compagnia privata che pagava tangenti al rappresentante del Pd all’Enac in cambio di favori nelle gare e finanziava la fondazione Italianieuropei? E come può pensare di cavarsela pagando il disturbo dopo che l’hanno scoperto come un Minzolini qualunque? La legge sui finanziamenti ai partiti è una vergogna, perché aggira il referendum del ‘93 col trucchetto dei “rimborsi elettorali”. Ma si è riusciti ad aggirare pure quella, accettando contributi privati (volare gratis è un modo per farsi finanziare di nascosto) senza dichiararli alla Camera e senza che chi li ha versati li registrasse a bilancio. Perché il Pd ha un “responsabile per il trasporto aereo”? Perché l’ha piazzato all’Enac, che poi favoriva nelle gare chi gli pagava tangenti e finanziava la fondazione dalemiana? E perché, come il Fatto chiede da mesi, Italianieuropei non rende pubblico l’elenco dei suoi inserzionisti e finanziatori? Sarà mica colpa di Grillo?