Titolo: Informazione e economica e ruolo dei giornalisti

Cari giornalisti, vi seguo da parecchio, conosco molti di voi e vorrei invitarvi a fare una riflessione sul vostro ruolo, soprattutto nelle vicende che interessano l'economia e l'ambiente. In altre parole penso che l'informazione economica dovrebbe rappresentare lo sforzo di analisi e di metodologie di approccio e quindi di indicazioni, se non di soluzioni, altre rispetto alla mera registrazione dei fatti che spesso vengono rappresentate come ineludibili del nostro sistema di produzione che sta, però, distruggendo il pianeta. Vi voglio fare un esempio di cosa dovrebbe, a mio modesto avviso, fare la rivista per essere un punto di riferimento vero per i lettori. Parliamo ad esempio di rifiuti. Quasi sempre nell'informazione, si tende a far "scadere" la problematica come un fatto di natura tecnica e tecnologica. Così i fronti si dividono su quale tecnologia usare, si scrivono fiumi di chiacchere e non si arriva mai al fondo del problema. La questione è un'altra, almeno sul piano tecnico e dal mio punto di vista. Oggi il sistema scientifico e l'organizzazione industriale ci offrono una quantità significativa di tecniche e di tecnologie assai interessanti e utili per affrontare il problema dei servizi di igiene urbana e dello smaltimento dei rifiuti industriali. Saranno i tecnici a stabilire quali delle tante tecnologie sono più utili e produttive per un determinato ambiente (grande città, piccola comunità, città agricola, area indutriale, ecc. Le variabili sono tantissime e vanno tutte valutate con il massimo discernimento). Il problema vero sta da un'altra parte e che mi crea qualche riserva sull'informazione. Mi spiego. Posto che, come ho già detto, la questione rifiuti non costituisce un problema tecnico (lo è per lo smaltimento dei rifiuti industriali, dove per il 40% almeno non si sa che fine fanno in Italia), si pone il problema che i decisori politici, all'atto dell'attivazione del servizio di igiene urbana o nella pianificazione provinciale e regionale del Piano, decidano quale strada intraprendere. E due sono le possibilità, non compatibili fra di loro: il ciclo integrato dei rifiuti e il riciclo totale dei materiali. Il Ciclo integrato dei rifiuti. E' un modello lineare finalizzato al recupero energetico da rifiuti mediante discariche, impianti di combustione e filiere di impianti di trattamento che coesistono con modeste performance di raccolta differenziata e con inadeguate filiere di impianti destinati al riciclo dei materiali, praticamente quello utilizzato in Italia. Ricilclo totale dei materiali. E' un modello circolare che ha come obiettivo il recupero totale della materia. A mio giudizio, occorre superare il ciclo integrato dei rifiuti (vedi Campania ma anche la stragrande maggioranza delle regioni italiane) con tutte le tecnologie ad essa riferenti in quanto energivore e distruttrici di materiale per un'energia non a basso costo e che potremmo, invece, avere da fonti alternative e naturali. Le analisi economiche (ache la Bocconi di Milano ne ha fatte oltre alle esperienze in atto in Norvegia, Svezia e Germania) ci dicono l'inconsistenza degli inceneritori (graziosamente chiamati in Italia termocombustori) sul piano sia economico sia ambientale e che i rifiuti così come sono trattati in Italia non hanno futuro. Il rischio è la sommersione e l'inquinamento diffuso con tutti i problemi che ne derivano e di cui la Campania rappresenta una spia precisa (tutte le regioni stanno andando nella direzione della regione Campania!). Ma è soprattutto un problema economico-ambientale che va analizzato per far comprendere ad una classe politica di ignoranti come ci si deve accostare alla problematica. Questo discorso non vale ovviamente ai corrotti e ai politici che rappresentano precisi interessi industriali. E' come la vicenda della TAV: vi sono moltissime ragioni, tutte di ordine economico (lasciamo stare quelli ambientali altrimenti dicono che siamo di parte) che ci dicono dell'inutilità di spendere quella montagna di soldi per un'opera oggettivamente dannosa sul piano economico oltyre che ambientale. In definitiva, si dovrebbe scendere sul loro stesso terreno e dimostrare che un altro mondo è possibile. Grazie per l'attenzione.