Titolo: La notte bianca a Caserta è solo un bluff

“La notte bianca è un'iniziativa di alcune grandi città del mondo che consiste nell'organizzazione di varie iniziative culturali o di intrattenimento durante tutta una nottata. Spesso questa è accompagnata da un servizio straordinario dei mezzi pubblici, all'organizzazione di spettacoli vari, all'apertura prolungata di negozi e di musei”. Così la definizione di notte bianca su Wikipedia l’enciclopedia libera. Nata a Berlino nel 1997 e poi a Parigi nel 2002 e, infine, in Italia a Roma nel 2003 le notti bianche hanno sempre rappresentato manifestazioni culturali dedicate all’arte, alla musica o, come a Torino nel 2006, tre notti bianche dedicate agli sport invernali in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali. La notte bianca di Napoli, svoltasi per la prima volta la notte tra il 29 e il 30 ottobre del 2005, con numerosi concerti (Claudio Baglioni, Pino Daniele, 99 Posse, Almamegretta, Stadio) e numerosi eventi teatrali e culturali che furono capaci di attirare ben due milioni di persone (il doppio dei residenti della città stessa). Per l’occasione i negozi prolungano l’apertura. A Caserta, invece, la cosiddetta notte bianca è un’altra cosa e ci fa ricordare il film Poliziotto Superpiù con Terence Hill in cui, il noto attore, innamorato di un’attricetta che poi si è rivelata essere la cattiva della storia, le dice che ha visto tutti i suoi film (in effetti, volgari e stupidi spot pubblicitari) e si lamentava del fatto che la pubblicità sia stata interrotta dal film! In altre parole a Caserta si sono capovolti i canoni e si celebra il consumismo e si organizza “La Notte Bianca dei Saldi” celebrata dai rappresentanti dei commercianti come «Una vera e propria rinascita casertana….”. Quel migliaio scarso di presenze, in effetti, non sono il frutto di un’organizzazione e di una campagna pubblicitaria adeguate (ma cosa si doveva pubblicizzare in fondo?), ma hanno rappresentato, di fatto, la presenza ordinaria di gente che il sabato sera popola la città. Sconsolante la dichiarazione del piccolo sindaco di Caserta Cosentino-Del Gaudio «Mi auguro che il successo di questa manifestazione, all'insegna dell'allegria, rappresenti il primo passo verso lo sviluppo del commercio a Caserta». E così commercianti (che hanno incassato la prima cambiale firmata dal neosindaco) e Amministrazione pensano al rilancio del commercio di una città che presenta oltre il 50% della disoccupazione giovanile (media europea 24%, media nazionale 29%) e fra i più bassi redditi del paese ma fra i più alti prezzi nei negozi con punti vendita anche di marche che si trovano in via Condotti a Roma o a Parigi, Berlino, Mosca, New York. Chissà come mai a Caserta! Ma la risposta la conosciamo tutti. Rimane il problema vero, quello di una crisi profonda del commercio che ha reso famosa nel passato la città capoluogo, e oggi, grazie a politiche insensate sia delle organizzazioni dei commercianti sia delle amministrazioni comunali che si sono succedute in questi ultimi 15 anni ha generato la decadenza del settore. Oggi Caserta avrebbe bisogno di una vera e propria rivoluzione. Parliamo di un caso. Il Progetto presentato dal Consorzio de “Le Botteghe del Centro” per la creazione di un Centro Commerciale Naturale ha ottenuto il massimo punteggio ed è stato finanziato con 200.000 € per la realizzazione di interventi od opere di interesse comune al Centro Commerciale Naturale (marketing e promozionali, creazione di brand promozionali, attività di supporto, tutoraggio, qualità, ecc.). I Progetti presentati dall’Amministrazione Comunale di Caserta, invece, sono stati dichiarati non ammissibili per il mancato impegno della quota di autofinanziamento di appena il 10% della spesa massima ammissibile stabilita in 700.000 € e destinati a promuovere la riqualificazione dell’ambiente urbano; a sostenere interventi pubblici destinati a generare ricadute positive sul settore commerciale; a promuovere una diversificazione delle attività svolte nelle aree mercatali, stimolando l’integrazione tra attività commerciali, promozionali, culturali, mostre, spettacoli. Tale risultato misura tutta la divaricazione esistente tra l’iniziativa associata di oltre 100 piccoli imprenditori commerciali, artigiani, turistici e terziari e l’Amministrazione Comunale di Caserta. Cosa fare? Occorre un’organica politica pubblica di realizzazione di azioni materiali e immateriali, sostenuta con l’adesione ai Programmi Strutturali regionali, statali ed europei. Occorrono servizi rivolti ai Centri Commerciali nel loro complesso e alle imprese commerciali che li compongono; servizi che hanno notevoli ricadute sul tessuto cittadino contribuendo, in maniera rilevante, ad elevare la qualità della vita in queste aree urbane. Occorrono Asili nido in grado di accogliere i bambini del quartiere e i figli delle lavoratrici delle imprese dei Centri Commerciali; occorrono ludoteche per l’accoglienza sia degli adolescenti del territorio sia dei bambini durante il tempo che i genitori dedicano allo shopping nei Centri commerciali. Occorrono servizi per gli anziani, per i diversamente abili, ecc. occorrono Servizi Turistici quali punti d’assistenza che forniscano al turista un’ampia gamma di servizi (Uffici informazione, centri prenotazione-biglietteria, ecc…); occorre Sicurezza, vigilanza, in particolare video sorveglianza, delle aree urbane; occorrono Servizi vari per le imprese: facility management, servizi gestionali; ecc. Il complesso delle iniziative da intraprendere sono strettamente correlate con l’idea di ridisegno urbanistico della Città di Caserta, nel quale il parco urbano ex Macrico, il Parco Agricolo-Turistico dei Colli Tifatini, il polo sanitario (in alternativa a cave e cementifici) e la metropolitana leggera costituiscono gli elementi essenziali, gli altri progetti strategici, capisaldi di uno sviluppo sostenibile dell’economia urbana per accrescere l’offerta di lavoro qualificato femminile e giovanile e garantire una vivibilità oggi negata.