Titolo: Sulla lettera aperta di Cutillo

L'architetto Cutillo, quasi come un prezioso enzima, di questa città, rappresenta preoccupazioni e proposte operative per non fare di Caserta, parafrasando Tacito, un deserto (anzichè pace). Il problema è come fare. A leggere il programma di governo del PDL e degli altri candidati a sindaco, ho riscontrato diverse analogie in materia urbanistica e alcune sostanziali divisionii, quali, ad esempio la politica sulla casa per i giovani in modo particolare. Guardiamo per un attimo ad alcune delle questioni che uniscono: tutti vogliono il Parco Urbano dei Colli Tifatini. Bene. Le ricadute sul piano urbanistico, economico e occupazionale non sono di poco conto; Macrico: Tutti dicono che diventi un parco verde e che non vi sia aumento di volumetria nel costruito ma di utilizzare quella esistente. Qui ci sono diverse posizioni che prefigurano una città vista diversamente ma una cosa unisce tutte le proposte: il Macrico viene visto come area per il riequilibrio urbanistico del territorio in direzione di una vivibilità "normale" (almeno quella prefigurata dalla legge urbanistica e dal PRG). Se ne parli per trovare insieme una sintesi. Policlinico e Polo Sanitario: costituiscono la scommessa occupazionale e di uso corretto del territorio che si collegano ai cementifici e alle cave. Senza queste ultime non c'è policlinico che tenga. Senza i cementifici non c'è polo sanitario che tenga. Energia. Qui c'è poco da discutere e molto da fare, entro il 2019 tutti i fabbricati del comune dovranno essere energeticamente autosufficienti, mentre per i privati occorrono alcuni provvedimenti di indirizzo che avviino una coerenza con gli impegni di Kyoto. Ricordo che mentre la provincia di Caserta produce il 134% di energia rispetto al suo fabbisogno, ne produce appena il 2% da fonti rinnovabili. Potrei continuare ricordando che vi è un'esigenza immediata di approvare alcuni atti di indirizzo, ossia senza spesa, che diano subito uno slancio alla città e alle attività economiche. Esiste, però, l'urgenza di affidare al Consiglio Comunale, in questa stagione così pesante sul piano economico e finanziario, il suo ruolo centrale di elaborazione e decisione, senza l'antico trucchetto democristiano che mentre tu (avversario) parli io (amministrazione attiva) vado nella direzione che il partito o il clan aveva già deciso di dare. In questa direzione occorre che il sindaco dimostri un'autonomia rispetto a Cosentino & C. e si impegni ad accettare l'idea che il confronto è un arricchimento e non una diminuitio del ruolo che si ricopre.