Titolo: AUGURI?

Per la città di Caserta, con un accordo di programma e con i relativi atti (V.I.A., finanziamenti, appalti) si è avviato e poi bloccato una vasta azione di riqualificazione di una parte consistente del territorio. Tali azioni prevedono: il trasferimento della stazione ferroviaria nell’area ex Saint Gobain; la realizzazione del policlinico e un polo sanitario con la bonifica e riqualificazione dell’intera area che comprende diverse frazioni, l’ex area industriale di Caserta e le aree di cava, almeno per una parte. Tali azioni infrastrutturali di grande respiro avrebbero una ricaduta occupazione di particolare rilevanza, diverse migliaia di posti di lavoro e una prospettiva nuova per il nostro territorio. Se a tutto ciò si aggiungesse il parco urbano dei monti tifatini, il parco ex Macrico, il recupero delle aree di cava in direzione di servizi e ambiente, riqualificazione dei centri storici di Caserta in funzione della creazione di luoghi di identità con servizi verso i giovani, gli anziani e i bambini (si pensi solo per fare un esempio alla trasformazione della vecchia biblioteca in centro di lettura e mediateca) e altre azioni, avremmo non solo una città che si aprirebbe ad una dimensione europea, ma la sua stessa economia ne verrebbe profondamente ristrutturata verso una dimensione sostenibile con beneficio dell’occupazione. Per realizzare il policlinico la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) ha decretato, in modo definitivo, che i cementifici (Moccia e Cementir) e le cave devono chiudere. In soccorso di tale indicazione il Piano Regionale delle Attività Estrattive offriva, già nel 2006, ai cementieri in modo particolare, la possibilità di delocalizzarsi indicando bene 23 alternative diverse in altrettanti comuni. Si pensi cosa potrebbe significare quell’enorme spazio lasciato da Moccia e Cementir in termini di servizi al policlinico e al territorio. La Regione, che ha sottoscritto il protocollo d’intesa e permesso così di investire circa 300 milioni per il policlinico, dopo una conferenza di servizi farsa, ben dopo 20 mesi e grazie alla latitante assenza della sovrintendenza di Caserta, che ha generato il silenzio assenso, la Cementir ha ottenuto di poter continuare a cavare e inquinare per altri 25 anni in barba a quanto dalla stessa regione programmato e deciso per il policlinico i cui lavori sono in stato di avanzata realizzazione. A questa scandalosa e incredibile decisione (ma Caldoro che fa? E Zinzi?) se ne sono affiancate altre tre nei giorni scorsi: l’opposizione di Cosentino, Landolfi, Coronella, Stasi e tutta la destra a non far aprire un’altra discarica in località Lo Uttaro a Caserta; la decisone di Zinzi di voler realizzare un gassificatore (inceneritore) a Marcianise e la possibilità che a Maddaloni il gruppo Ragosta realizzi una fonderia. Schizofrenia totale o visione diversa del territorio e dello sviluppo? Appare del tutto evidente che vi è in atto uno scontro fra varie forze che vede, fino a questo momento, vincitrice una parte della destra di questo territorio che sostiene questa politica sui rifiuti e quello su uno sviluppo del territorio basato sulla sua distruzione fisica. Il consiglio comunale di ieri a Caserta, aldilà delle motivazioni di facciata che ha portato la destra a defilarsi, di fatto nasconde la precisa volontà dei vari Cerreto, Del Gaudio, ecc. con i loro sodali Cosentino &, di sostenere Moccia, Caltagirone, gli inceneritori e i mattonari. Naturalmente non ci facciamo illusione che Petteruti & C. vogliono sul serio uno sviluppo diverso per Caserta. Destra e sinistra a Caserta pari sono. Se lo avessero voluto in questi anni avrebbero avuto tutto il tempo, la possibilità e le risorse per istituire il parco urbano dei monti tifatini, riequilibrare la colata di cemento di questa città espropriando l’area ex Macrico per realizzare un parco verde e tutte quelle altre azioni che la società civile e parte dello stesso programma di Petteruti contenevano. Questa amministrazione cosiddetta di centrosinistra se ne andrà mestamente perché un gigante della moralità pubblica, certo Corvino, oggi socialista, li spedirà a casa non senza, però prima di lasciare ai casertani un "Piano Casa" che prevede la realizzazione di circa 8ooo vani in una città che conta oltre 4000 appartamenti sfitti. Questo ci induce a riflettere su due questioni: ancora una volta sarà la società civile ad opporsi in tutte le sedi per bloccare questo disegno distruttivo e che occorre dare uno sbocco politico a questa città che è rimasta sola e aggredita da destra e da “sinistra” e dalla camorra dai colletti bianchi e non.