Titolo: CASERTA E I SILENZI ASSENSI DELLA SUA STORIA

Se guardiamo al passato, a quello che siamo diventati a quello che è il nostro territorio casertano, il nostro pensiero non può non andare a quanti, che avevano il compito di cani da guardia (i giornalisti) hanno fatto da violino di spalla allo scempio. Se poi pensiamo alla sovrintendenza, ai controllori vari, alla stessa università, ai cosiddetti intellettuali, per non parlare dei nostri sindacati, ecc. si capisce subito come i loro "silenzi" hanno sempre costituito l'assenso ad azioni politiche che in nome di un etereo sviluppo e della "necessaria" crescita hanno poi generato un incomparabile disastro territoriale, economico, sociale e ambientale, oltre che morale. Si pensi alla tragedia dei monti tifatini rovinati per sempre dall'attività estrattiva che non ha dato né sviluppo, né occupazione, né crescita. Si osservi Caserta, Maddaloni, S.Nicola La Strada, ecc., la loro qualità urbana e l'organizzazione del vivere quotidiano. Si ragioni sul dissesto idrogeologico, sulla costante mancanza di manutenzione del territorio e del suo infimo degrado. Oggi di nuovo la Cementir, cementificio e cave. Cave e distruzione materiale del territorio. Cave e inquinamenti. Il tutto in un girone infernale che non sembra avere mai fine e che ci sta ammazzando tutti. Con l'autorizzazione all'ampliamento per almeno altri 25 anni la Cementir da Maddaloni non la schioderà più nessuno. Presto, probabilmente, si realizzerà anche una fonderia del gruppo Ragosta, sempre a Maddaloni, nella residua area agricola di quella città. Quello che risalta alla nostra attenzione sono i vari silenzi assensi su questa vicenda: quelli della politica, ad esempio, per la quale la Cementir non esiste. I vari Marino o Del Gaudio, questi giganti della mediocrità, che oggi pretenderebbero di governarci, hanno costantemente utilizzato nel loro ufficio il silenzio assenso fino a giungere a proporre (Del Gaudio) la compresenza nell’incredibile area PIP di fronte al policlinico anche le aziende seriche! E che dire del sindacato che, in nome di una difesa d'ufficio del lavoro non ha mai ascoltato le proposte per una possibile delocalizzazione del cementificio, per utilizzare quelle aree con strutture e servizi per il polo sanitario. Oggi questo silenzio di posti di lavoro a serio rischio ne saranno diverse migliaia per la mancata realizzazione del policlinico, certamente incompatibile con il "legittimo" cementificio. E che dire dell'Università la Seconda Università di Napoli (ricordo che in 20 anni non sono riusciti neanche a darsi un nome degno). Appare incredibile che gli "scienziati" del diritto largamente presenti in ben due facoltà non abbiano sentito la necessità di dare un contributo contro la farsa della cosiddetta conferenza di servizi, durata fino a quando ha fatto comodo a Caltagirone nell’assoluta immobilità delle istituzioni e di chi avrebbe dovuto far rispettare la legge. Altro silenzio assenso. E poi la società civile, gli opinionisti, i cavalieri della libertà di stampa (leggi Rosaria Capacchione sul Mattino dove non si parla di cave o di cementifici. Il padrone non vuole), ecc. Dov'erano e dove sono stati in questi 20 mesi. Hanno lasciato soli un gruppetto di cittadini che hanno cercato inutilmente di difendere le loro famiglie e i loro figli e preservare questo territorio e il suo futuro. A queste persone siamo grati, ma non riusciamo a nascondere la rabbia di chi con il silenzio assenso ha deciso che cave, cementifici, policlinici, alberghi a 5 stelle, uffici pubblici e residenze, discariche e rifiuti di ogni tipo, stiano insieme, appassionatamente, verso l'abisso, nel totale silenzio-assenso di quelle stesse forze che hanno con il loro silenzio originato tutto ciò e che oggi si candidano per governarci e liberarci dalle loro catene. E allora la questione ci sollecita a farci e a fare una domanda: “E’ pensabile che questa idea di sviluppo possa avere un futuro?”.