Titolo: A proposito di pensiero meridiano

Sponda Sud del Mediterraneo in costante crescita. Come l'amarezza di una Sicilia che non si rimbocca le maniche (Enzo Coniglio) Un siciliano che vive immerso nella sua quotidianità all’interno dell’Isola non può capire i sentimenti fortemente negativi verso i Siciliani di un osservatore esterno che opera costantemente nell’area del Mediterraneo e che per mestiere fa l’analista economico e solo casualmente, l’analista politico. Sentimenti fortemente negativi? Assolutamente sì e non certo perché è razzista; o perché è prevenuto; o perché non conosce molto della nostra vita e della nostra storia. Al contrario, tali sentimenti negativi scaturiscono da una osservazione banale, incontrovertibile, lapalissiana che possiamo esprimere in questo modo: La sponda Sud del Mediterraneo è l’area che cresce di più nel mondo dopo la Cina. Come dire, la Sicilia e i Siciliani sono immersi in un autentico bengodi eppure non riescono a crescere; addirittura riescono a peggiorare sensibilmente ogni giorno di più i fondamentali dell’economia e di riflesso, la qualità di vita propria e, cosa più grave, dei loro figli… Continuano a identificare come “vu cumprà” i loro vicini della sponda Sud che alla chetichella e senza rumore si avviano a superarli e alla grande nel giro di pochi anni. Nel 2009, il PIL della Tunisia è stato del 3,0%, della Libia del 3,7%, del Marocco e dell’Egitto del 4,7%. Il più basso è stato quello dell’Algeria pari al 2,7% che quest’anno promette di crescere fino al 4,6%. Si tratta di un miracolo; di un insieme di fattori contingenti; della vincita di una lotteria virtuale che sta cambiando la qualità di vita di questi nostri cugini? Assolutamente NO. Delle buone ragioni ci devono pur essere per convincere i nostri connazionali a creare ben 750 imprese soltanto in Tunisia e di essere presenti numerosi e soddisfatti in tutti questi Paesi, dal Marocco all’Egitto. Antonio Maffoda, Direttore dell’ICE del Cairo ci dice che dal 2005 ad oggi l’Egitto ha ridotto le tasse sulle società dal 45 al 20% e ha quasi azzerato i dazi sui beni industriali. E il Rapporto “Doing Business 2010” della Banca Mondiale ci conferma che l’Egitto è tra le 10 economie più virtuose. Andando nello specifico, il Signor Osama Saleh, Presidente dell’Ente egiziano per gli investimenti esteri, il GAFI, ci informa che dal 2004 hanno attratto investimenti esteri per 42 miliardi di dollari di cui 8 miliardi l’anno scorso. Un successo che non è dovuto soltanto a misure finanziarie, ci ricorda Bruno Gamba, direttore della Bank of Alexandria del Gruppo Intesa San Paolo. “Gli Egiziani sono un popolo fantastico, aperti e tolleranti verso tutti con una gran voglia di progredire”. E per progredire, gli Egiziani lo sanno, occorre soprattutto investire nella istruzione e nella cultura. E’ nata così una proposta originale avanzata al nostro Ministero degli Affari Esteri : creare in Egitto la prima università Italo – Egiziana che metta insieme il meglio dei due Paesi con il preciso obiettivo di migliorare la qualità di vita. Politica di attrazione degli investimenti, condizioni favorevoli, istruzione, relazioni umane, ma non solo. Silvia Giuffrida, Direttore dell’ICE di Casablanca sottolinea che il grande successo del Marocco lo si deve al fatto che il Governo ha fissato rigorosi obiettivi di sviluppo che vengono rigorosamente verificati e aggiornati ogni anno. E i risultati possono essere facilmente colti dal cambiamento radicale di questa città moderna e funzionale, dotata di una ampia zona industriale, piena di aziende italiane. Un’altra formula di sviluppo di grande successo, la ritroviamo in Tunisia e consiste nella opportunità offerta da questo Paese di creare con estrema facilità sul proprio territorio delle Società off-shore che producono in loco, non pagano tasse ma devono esportare tutta la merce prodotta. E’ un modo per assicurare dei posti di lavoro in forma stabile, creare reddito che viene messo in circuito rilanciando così lo sviluppo economico e migliorando di conseguenza la qualità di vita… Per l’Algeria, potrei raccontarvi tante storielle di grandi successi ma voglio cambiare registro e raccontarvi una storia tutta italiana ricordataci da Eugenio Occorsio di Repubblica. Nel 2009 l’Algeria ha messo a gara la costruzione di due importanti lotti autostradali. Il Lotto Est fu aggiudicato ad un consorzio di 5 primarie imprese giapponesi mentre il lotto ovest fu aggiudicato ad un consorzio cinese: ambedue appoggiate dalle loro banche e dal loro Paese. Noi Italiani, per accordi intergovernativi avremmo dovuto costruire un terzo lotto per 1,5 miliardi di dollari. Abbiamo bisticciato tra noi e naturalmente abbiamo perso la non trascurabile commessa. Ma per fortuna, non è questo il caso più frequente… I Cugini della sponda Sud crescono e i Siciliani languono… Cosa dedurre? Non sta certo a me, tranciare giudizi, tirare le conclusioni. Apro i quotidiani Siciliani e cosa leggo? Le solite beghe da cortile, le battaglie tra Pupari e Pupi. Mai un progetto organico e condiviso di sviluppo sostenibile bypartisan. Beghe, colpi bassi, annientamento degli avversari, diktat, priorità di politici spacciati per priorità dei Siciliani... Ma siamo impazziti? Misure per attrarre gli investimenti, per migliorare le infrastrutture; per eliminare una burocrazia del tutto inadeguata; per ridurre drasticamente gli sprechi? Soltanto un barlume, una modesta speranza accesa da appena due anni dal Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo deciso a cambiare registro; da due coraggiosi politici siciliani che andando contro corrente hanno preteso di appoggiare le riforme essenziali come Cracolici e Lumia; da un Siciliano tutto di un pezzo, capace e determinato come Massimo Russo che sta riformando la sanità; da un Siciliano elegante, raffinato, efficiente e dalle idee chiare che sta imponendo una immagine positiva della Sicilia nel mondo attraverso la cultura, come Gaetano Armao; dal Presidente della Confindustria Ivan Lo Bello e dei suoi Membri decisi ad opporsi al pizzo e all’usura e impegnati insieme alle forze dell’ordine a ristabilire la legalità e le condizioni elementari del vivere civile; dal Vescovo di Mazzara del Vallo e Presidente della CEI per la Giustizia, Mons. Domenico Mogavero che sta imprimendo una forte accelerazione ad una pertinente azione sociale anche a livello internazionale... Vorrei poter citare molti altri barlumi e non solo barlumi che popolano il panorama siciliano e che incontro con soddisfazione personale ogni giorno in terra di Sicilia e sparsi per il mondo. I barlumi ci sono e sono anche numerosi ma non sono tali da trasformarsi in un SISTEMA PAESE capace di far voltare definitivamente pagina alla Sicilia. Ma quello che è peggio, si continua ad assistere al deprimente teatrino di chi-ha-rubato- la-marmellata: di chi è responsabile di questo disastro vergognoso. Invece di sporcarsi le mani, non sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche tutti insieme per un cambiamento radicale proiettandosi nell’unica dimensione efficace che è “quella del fare” ispirata ai tre principi sacrali: Giustizia, Legalità e Sviluppo? Dopo tutto, da Siciliano orgoglioso e incallito mi resta un dubbio atroce al quale non riesco a dare una risposta: come fa un siciliano a continuare a guardare il proprio figlio negli occhi? 29 agosto 2010