Titolo: Scialdone & C. e il Consorzio di Bacino Unico

Mi è parso utile pubblicare l’intervento che il centro sociale Onda Sana ha fatto sabato 15 maggio a Vitulazio in occasione del convegno organizzato dal Forum ambiente su “Ambiente e qualità della vita – TARSU e raccolta differenziata”. E’ rilevante il fatto che la comunità di Vitulazio, che sostanzialmente non fa la raccolta differenziata e che ha la necessità di capire come fare per avere un servizio di igiene urbana che sia funzionante de equo, mentre la città e la stessa amministrazione comunale è pervasa dalla presenza della famiglia Scialdone che si perita di essere autorevolissima nel settore della gestione del ciclo dei rifiuti. La presenza di questo gentiluomo della monnezza nel consorzio unico di bacino per le province di Napoli e Caserta ne è una chiara e lampante dimostrazione. "ONDA SANA, in coerenza con quanto già asserito più e più volte, vuole ora fare chiarezza sul perché ha chiesto, chiede e chiederà ancora di uscire dal Consorzio unico di bacino per le province di Napoli e Caserta, visto ancora gestisce il tutto, nonostante si stia passando ad una società provinciale. Abbiamo dunque deciso di scavare nelle modalità con cui il Consorzio si è formato e la relativa gestione dei soldi pubblici che ha gestito. Quando il Consorzio unico si è formato, eccedendo dalle proprie possibilità, ha promosso e aumentato lo stipendio a moltissimi dipendenti, che aveva inglobato dai consorzi precedenti. Il risultato è che oggi solo per gli stipendi a Caserta si pagano 4-5 milioni di euro al mese. Anche le province di Napoli e Caserta per coprire gli stipendi dei dipendenti hanno pagato solo nel mese di aprile 2,5 milioni di euro a testa, con un “provvedimento abbastanza forzato”, dice il commissario prefettizio. Non si è certi della cifra perché un bilancio non esiste, o meglio non si è riuscito a capire se esiste. Siamo sicuri solo di alcuni numeri. Il Consorzio gestisce più di 60 comuni casertani e 3 napoletani. Su questi 3 Comuni napoletani da gestire ci sono, è imbarazzante dirlo, tra gli 800 e gli 850 dipendenti! Circa 200 operatori ecologici a Comuni, con il risultato che molti di loro sono pagati senza lavorare. Per l’articolazione di Caserta invece ce ne sono 1180. È una certezza anche che il Governo dava 2000euro al mese per ogni dipendente del Consorzio, più una tantum di 2milioni 400mila euro sempre per gli stipendi dei dipendenti. Un’altra certezza è che ora nel passaggio dal Consorzio unico alla società provincializzata tutti i dipendenti sono stati promossi e quindi si è aumentato loro lo stipendio, senza peraltro che fosse rispettato alcun iter burocratico lecito. E la cosa triste è che la società provincializzata molto probabilmente non potrà ritirare questi provvedimenti. Solo per fare alcuni esempi di cattiva gestione del Consorzio, il commissario prefettizio cita un paio di circostanze. Quando l’ormai ex direttore del consorzio Antonio Scialdone consegna le carte al commissario prefettizio dice di avere in cassa 3,5milioni di euro. Il commissario però ne trova 1,6. Il resto sarebbe andato a finire in pagamenti ad alcune aziende esterne, che spesso sono state ingaggiate senza alcuna gara d’appalto, com’è spesso capitato per le ditte specializzate in vigilanza. Alcune di queste erano state utilizzate per tenere sottocontrollo discariche dismesse, in cui non c’era alcun bisogno di controllare assolutamente niente. E se anche ce n’era bisogno si può vedere come erano assegnati gli incarichi. Per la discarica di Lo Uttaro infatti si costituisce una società di vigilanza a marzo 2007, che ad aprile riceve immediatamente un lavoro, senza gara d’appalto, per l’importo di 1milione di euro, peraltro subito incassato (anche su questo c’è una denuncia del commissario prefettizio). Gli stessi dipendenti spesso si mettono d’accordo con il Consorzio per avere promozioni. Il commissario si dice sicuro di questo perché anche i componenti della direzione del consorzio sono stati interessati da un PM di Santa Maria Capua Vetere, che li sta indagando per collusione con i clan di Marcianise. In sostanza, dice il commissario prefettizio il problema è che la criminalità organizzata aveva ed ha tuttora i suoi interessi nella gestione dei rifiuti e quindi nel consorzio. Ma si dice spesso che il pesce puzzi dalla testa. Perciò andiamo a vedere un pò come si forma la dirigenza di questo ente pubblico. Viene eletto presidente il sindaco di Villa Literno, che nel frattempo viene destituito dalla carica di sindaco per il commissariamento del Comune, dovute ad infiltrazioni mafiose. Non si poteva effettuare scelta migliore. I poteri passano al vicepresidente e poi ad un altro sindaco che sarà sostituito poco dopo, perchè il suo Comune si distacca dal Consorzio. A quel punto vi è la nomina di Antonio Scialdone, che, secondo il commissario prefettizio, è sia “nel merito che nella sostanza illegittima”. L’ex presidente, peraltro, lo ha nominato senza il parere del consiglio di amministrazione. Ma il consiglio di amministrazione non è mai stato nominato, nonostante lo prevedesse lo statuto, quindi l’ex presidente fa tutto autonomamente. Antonio Scialdone però non è un dirigente, è solo un funzionario del consorzio. Lo statuto prevedeva che potesse essere scelto solo un dirigente. E di quelli certo non mancavano nel consorzio! Lo stesso Antonio Scialdone dichiara alla commissione parlamentare d’inchiesta un episodio emblematico. Due funzionari del consorzio si nominano vicendevolmente dirigenti! La prima azione del direttore Antonio Scialdone é quella di scorporare le funzioni del consorzio: l’area organizzazione personale, l’area economica-finanziaria, l’area del coordinamento e altre. La cosa illegittima è che ad ogni dirigente e funzionario delle rispettive aree è concesso un aumento dello stipendio di 1500 euro, con il relativo pagamento anche degli arretrati! Aumenti sono elargiti comunque a tutti i responsabili dei servizi di vigilanza, che vanno a secondo le mansioni da 20 a 50 euro al giorno in più. Ogni singolo operaio quindi nell’arco di un mese riceve un aumento di stipendio di 400euro, giustificati per il lavoro troppo faticoso. Ogni dipendente può anche richiedere integrazione allo stipendio per mansioni defaticanti, tanto che molti di loro arrivano a ricevere 5000 euro al mese! Queste richieste ovviamente sono accettate con una velocità impressionante, quasi che ci fosse, come già detto, un accordo implicito nel Consorzio. È da dire che i dipendenti non fanno parte dei normali sindacati nazionali, come Cgil, Cisl e Uil, perché questi non acconsentirebbero a manovre poco chiare. Alcuni sindacati locali invece si inseriscono in queste vicende ed è proprio qui che si annidano infiltrazioni della criminalità organizzata. Non a caso un segretario di sindacato passa dal II al VII livello, con il relativo aumento dello stipendio, in un batter d’occhio. Il consorzio accetta la richiesta del segretario e gli conferisce immediatamente tutti gli arretrati, pari a 12500euro. «Questo è un metodo attualmente molto in uso all'interno del Consorzio», ribadisce il commissario prefettizio. Ad un certo punto la situazione si fa così surreale che non si sa se si deve piangere o ridere. Sentite questa. Il Consorzio ha una pletora di avvocati esterni di cui si avvale. Ebbene uno di questi, non è nemmeno un avvocato! Il commissario prefettizio dice testuali parole: « Mi è stato risposto che l'intenzione è stata quella di aiutare anche chi non è avvocato, che comunque ha diritto di lavorare». Un membro della commissione parlamentare (Alessandro Bratti) ironicamente gli risponde: «È un incentivo a proseguire gli studi per conseguire il titolo». Un altro scandalo palese è quello sul parco automezzi. Quelli noleggiati, che sono 40-50, costano al Consorzio 6-7 milioni di euro l’anno, circa 500.000euro ad automezzo ogni mese! D’altra parte, per concludere, le stesse parole di Antonio Scialdone sono sintomatiche dello stato di assoluta deficienza economica del Consorzio. Il Consorzio, infatti, da quando è attivo, ha potuto esercitare le sue funzioni solo grazie ai soldi dati dal Governo. «Questo è un dato inequivocabile: il Consorzio non ha risorse adeguate per il suo corretto funzionamento o mantenimento». E il problema fondamentale non è che tutti i Comuni non pagano il Consorzio, poiché se anche pagassero tutti, il Consorzio sarebbe sempre indebitato perché non coprirebbe i costi di gestione del servizio. Quando il Presidente gli fa notare alcune contraddizioni con lo stato di insolvenza da parte del Consorzio, e cioè che il suo autista personale avrebbe avuto a dicembre 3511 euro e a gennaio 4162 euro e il suo assistente Bovienzo avrebbe avuto 4777 euro come stipendio di dicembre, Scialdone si difende dicendo che le delibere che hanno permesso questi aumenti sono state firmate dai capiarea e non da lui direttamente. Inoltre a gestire materialmente le cose, sempre secondo Scialdone, sono i responsabili delle aree di Caserta, il dottor Venditto, e di Napoli, il dottor Forleo. Scialdone si limiterebbe a coordinare le decisioni già prese! I due responsabili comunque prendono 150mila euro l’anno, a testa! “Una società al contrario” dice il presidente: è il direttore che viene diretto… Antonio Scialdone, poi ricorda che la maggior parte dei lavoratori è formata da ex detenuti, molti dei quali hanno ancora pendenze penali in corso. È chiaro quindi che le pressioni esercitate dalla criminalità organizzata sui loro sindacati hanno una strada spianata. Però Gerardo D’Ambrosio ricorda a Scialdone: «Lei ha dato risposte contraddittorie, perché da una parte attribuisce questi aumenti alle forti pressioni che sarebbero state ingiustificate e addirittura illecite, e dall’altra parte dichiara di aver compiuto un’opera meritoria perché, su 700 che chiedevano di attuare il contratto collettivo di lavoro, è riuscito a darne solo 300». Il commissario prefettizio comunque aveva dichiarato precedentemente che aumenti sono stati elargiti a tutti i dipendenti. E qui veniamo al nocciolo della questione. Scialdone, infatti, incalzato risponde: «Questo è il dato reale, su cui deve essere posta una grossa attenzione rispetto alla gestione dei rifiuti. Considero un grave errore continuare a gestire i rifiuti in Campania, in particolare in provincia di Caserta, attraverso grosse entità come il Consorzio unico o altre società governate da funzionari e non polverizzare la gestione, evitando di dare forza a chi non ce l’ha». Praticamente dice che i consorzi sono controproducenti per una corretta gestione dei rifiuti, perché favoriscono le infiltrazioni della criminalità organizzata, perciò si dovrebbe affidare tale compito di nuovo ai singoli Comuni. Ora, se a dire che il Consorzio è inadeguato per gestire il ciclo della raccolta dei rifiuti, ONDA SANA chiede perché il Comune (di Vitulazio ndr) ancora non ha fatto niente per uscirne. Se dalla barca che sta affondando, il primo a fuggire è il capitano, o direttore che dir si voglia, perché dovrebbero affondare solo i cittadini?". In coerenza a tutto questo chiediamo a Zinzi o meglio a Cosentino "Perchè non nomina presidente della Gisec Scialdone e il professor Arena assessore alla monnezza provinciale?