Titolo: Lo Uttaro disastro ambientale certificato dai giudici

In attesa della prevedibilissima nuova crisi (o emergenza?) per i rifiuti - diciamo marzo aprile del 2010 - e a conferma delle nostre accuse, a conclusione delle indagini, la Procura di Napoli ha notificato 18 avvisi di garanzia per il disastro della discarica illegale e abusiva di Lo Uttaro. Si va al processo, dunque. Ci sono quasi tutti fra gli “avvisati”. Alcuni fra i colletti bianchi, però, non sono stati ancora stanati e stanno lì a rappresentare non l’interesse pubblico ma quello del gruppo, della loggia o del clan. A seconda. E’ solo questione di tempo, si spera. Noi non molliamo. Fra i politici, invece, veri mandanti, ancora nessuna buona nuova di avvisi di garanzia. Il disastro ambientale è stato compiuto e ora abbiamo anche la certificazione dei giudici. Hanno dimostrato tutto quello che noi abbiamo detto e denunciato sin dal primo momento e messo sull’avviso amministratori, prefetti e tecnici. Tutto. Abbiamo fatto tutto il possibile, nell’indifferenza generale di una grassa e indolente città, per non far aprire la discarica esponendo noi stessi ai rigori della legge pur di evitare il danno. Non ci siamo riusciti. Ci hanno dato ragione ma abbiamo ancora il morto in casa. A distanza di tre anni se Bertolaso avesse voluto dimostrare di essere un uomo di parola lo avrebbe potuto fare sia bonificando i siti di trasferenza e di stoccaggio di Lo Uttaro sia assicurando un ciclo virtuoso del recupero dei materiali. Nessuno fra i bene informati crede che ciò possa accadere e così ci terremo oltre al danno anche la beffa di uno Stato che attraverso questi indegni rappresentanti, non mantiene gli impegni assunti con le popolazioni e anzi già si profila una nuova crisi visto che gli impianti realizzati sono peggio della discarica di Lo Uttaro e presto chiuderanno senza che altro sia stato fatto. Ma a questo John Wein dell’italica protezione civile ci possiamo aspettare solo una posizione di violino di spalla nell’orchestra dell’attuale potere romano, sordo all’evidenza e cieco davanti ai disastri provocati al territorio campano, alla dignità di un intero popolo e alla sua economia. Non possiamo certo aspettarcelo da questo governo che ha allocato gran parte degli impianti (discariche, impianto per il percolato, ecc.) nel cuore dell’agricoltura casertana, con danni incalcolabili per il futuro. Non potremmo certo dirlo ai rappresentanti del governo sul territorio (lo chiedereste al sottosegretario Cosentino di non far costruire l’inceneritore di Santa Maria La Fossa? Magari non sarà colluso con la camorra, come sostiene lui, ma ha sicuramente dimostrato di essere un mediocre politicante di provincia). Ma di tutto questo vi è una responsabilità che coinvolge sia la destra sia la sinistra di questa disgraziata terra. Avremo giustizia? Forse. Ma chi ci ridarà il macello comunale con tutta la filiera zootecnica dell’intera regione che si doveva sviluppare a Lo Uttaro con le decine e decine di occupati? Chi ci ridarà l’EDS con i suoi 500 informatici? Chi ci restituirà la prospettiva di uno sviluppo in quelle aree legato alla realtà agricola del territorio, all’industria dell’immateriale, ai servizi per il territorio a incominciare per quelli utili e a supporto del policlinico universitario con i suoi 550 posti letto? A chi racconteremo tutto questo? A Petteruti che pensa già di costruire a Lo Uttaro nell’ex macello un impianto di compostaggio? O a Bassolino che dopo un anno intero non è riuscito neanche ad attivare l’impianto di compostaggio di San Tammaro? O ai quattro parlamentari governativi di Casal di Principe potremmo chiedere di intercedere. Ma a chi? Abbiamo qualche speranza? Forse nella consapevolezza che la soluzione sta in noi cittadini. Ma di che cosa stiamo parlando? A quali cittadini ci rivolgiamo? Aldo Cazzullo nel suo recente libro “L’Italia de noantri” ha detto che in Italia a leggere i giornali, le notizie su internet e i libri sono sempre le stesse persone; non più di quattro milioni. E gli altri? Gli altri davanti alla televisione a vedere preti che fanno le indagini al posto dei carabinieri e arrestano gli assassini, soubrette che fanno i processi, quiz e indovinelli idioti che ti possono regalare milioni, come tanti ragazzi chiusi in una macelleria chiamata villa, sperano con il Grande Fratello, edizione 100, di fare spettacolo e di guadagnare soldi facili; e poi ancora tanti e tanti giovani che si illudono che o con il calcio o con le veline realizzano se stessi e fanno divertire questo popolo bue che ha smarrito se stesso.