Titolo: Da Ortolani. Acerra: l’inceneritore di Pulcinella

Si dice che Pulcinella sia uno dei simboli di Napoli, arguto, spontaneo e generoso, ciarlatano quando cerca di ingannare le persone per smerciare prodotti "miracolosi". E’ rimasta famosa l'espressione: "é un segreto di Pulcinella" riferita a qualcosa che tutti sanno. Che c’entra Pulcinella con l’inceneritore di Acerra? Alcuni mesi fa (il 26 marzo 2009) il Presidente Berlusconi avviando l’impianto disse che era così all'avanguardia da essere il modello degli altri impianti del futuro. Tiziana Cozzi su la Repubblica (Napoli, 10-07-2009) ci annuncia la “mezza verità” che l´inceneritore di Acerra va a rilento e funziona a singhiozzo, come rivelato da Giuliano Zuccoli, presidente della bresciana A2A che gestisce l’impianto: «È un impianto rimasto fermo per molto tempo. Riavviare la macchina non è semplice». Lo stesso argomento viene rilanciato da Francesco Capone della Partenope Ambiente, società del gruppo A2A che effettua controlli sull´impianto. Dall’articolo si evince quanto segue: - Dal giorno della prima accensione l´inceneritore si è fermato più volte per problemi agli ingranaggi, rotture alle pompe del riciclo dell´acqua, difetti dei compressori ecc.; - L’impianto resta chiuso anche più di un giorno quando supera il livello di ossido di carbonio per cui a furia di spegnerlo e riaccenderlo, l´inceneritore ne risente; - L´impianto è complesso e ha ingranaggi delicati; - Dieci anni di blocchi, battaglie legali, lotte ambientali hanno danneggiato un impianto rimasto alla sbarra per troppo tempo. Dall’articolo citato si evince che vi è qualcuno che fa il “Pulcinella venditore di mezze e false verità” su un argomento che è un “segreto di Pulcinella”. In base a quanto scritto 1 luglio 2008 al Presidente Berlusconi dall’allora Sindaco di Acerra, Espedito Marletta, si evince che i lavori dell’inceneritore di Acerra iniziarono dopo l’ordinanza di Protezione Civile dell’agosto 2004 dell’allora Presidente del Consiglio Berlusconi; in assenza di una valutazione di impatto ambientale si consentì l’inizio dei lavori disponendo che si avviasse un aggiornamento della verifica di compatibilità ambientale dell’intervento. Ad esito dei lavori della Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale, con decreto del 22.2.2005 il Ministro dell’Ambiente emise 27 prescrizioni di adeguamento progettuale e tecnologico dell’impianto nonché di risanamento e monitoraggio delle molteplici matrici ambientali del territorio di Acerra per poter proseguire la costruzione dell’impianto, stabilendo, infine, che in tale impianto potesse essere bruciato solo il Combustibile derivato dai Rifiuti ovvero quello a norma del D.M. 5.2.1998. All’inizio del 2008, con due ordinanze consecutive, lo “scadente” Presidente Prodi ha stabilito che nell’inceneritore di Acerra si bruciassero anche le “ecoballe taroccate”, così definite dalla magistratura napoletana. Con il decreto-legge n. 90 (2008) il governo Berlusconi ha l’avvio dell’inceneritore di Acerra, stabilendo che può essere bruciato anche il rifiuto “tal quale”. Il 9 maggio 2005, pochi mesi dopo l’inizio dei lavori, lo scrivente, invitato dalla Commissione Ambiente del Comune di Acerra, effettuò un sopralluogo tecnico nell’area dove erano in corso gli scavi per realizzare il deposito interrato nel quale gli autotreni dovevano accedere dal piano campagna per scaricare le balle. La Commissione comunale voleva verificare cosa stesse accadendo dal momento che i lavori erano bloccati in quanto, contrariamente alle previsioni progettuali, gli scavi si allagavano nonostante venissero prelevate molte decine di litri al secondo di acqua di falda. Non per niente la località si chiama Pantano! Che era accaduto? Semplicemente che il progetto era sbagliato. Il grande contenitore di balle non poté essere realizzato interrato e fu sollevato di vari metri. Conseguentemente per consentire agli autotreni di scaricare le balle a diversi metri di altezza dal piano campagna fu realizzata la collinetta di terra, non prevista, che si trova davanti al silo. Complimentandomi ironicamente con il progettista che in località Pantano aveva ritenuto che non ci fosse una falda idrica superficiale, nonostante tutti i pozzi esistenti nella zona, evidenziai che l’errore progettuale non era ammesso dalla legge. Grande fu lo stupore dello scrivente nel constatare l’incredibile approssimazione con la quale era stato progettato l’impianto di importanza strategica; fu chiaro che l’inceneritore si inquadrava in un contesto di “facile e impunibile spesa di denaro pubblico” di scarsa qualità progettuale, come del resto evidenziato dalla Commissione Via, e che l’eventuale funzionamento dell’impianto in un ambiente già inquinato, sembrava più un optional. Che l’impianto stesso, poi, fosse “non nocivo” pareva una evenienza che solo Pulcinella poteva propagandare. Ora preoccupano le affermazioni di Zuccoli e Capone che attribuiscono il cattivo funzionamento dell’impianto a dieci anni di blocchi, battaglie legali, lotte ambientali che avrebbero danneggiato l’impianto rimasto alla sbarra per troppo tempo. E’ palesemente “non vero”. Come al solito, anche con mezze verità, si tenta di incolpare i cittadini di errori e azioni su cui la magistratura sta ancora indagando, ritardi e malfunzionamenti dovuti solo ai “conduttori” che si sono succeduti dal 2005. Se il 9 maggio 2005 non erano state ancora realizzate le fondazioni è accaduto per errori di progettazione e non per le proteste dei cittadini! Se poi nell’inceneritore si bruciano rifiuti tal quale (contrariamente al parere della Commissione VIA) raccolti nelle aree del napoletano, che notoriamente sono una miscela spontanea (o creata apposta) di rifiuti urbani, speciali e pericolosi è colpa di Prodi e del Governo Berlusconi. Se l’impianto militarizzato non funziona è colpa di chi l’ha costruito. Diffondere notizie non vere (appena quattro anni fa non erano nemmeno state realizzate le fondazioni dell’impianto) su un impianto militarizzato (malfunzionamento dovuto a Dieci anni di blocchi, battaglie legali, lotte ambientali) serve a coprire lo scandalo e a “procurare allarme” nei cittadini ingenui o ignari dei fatti. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II 11 luglio 2009