Titolo: Commercio e ZTL a Caserta

La retorica protesta dei quattro commercianti casertani che detengono l’80% del mercato del centro storico, stancamente sostenuto dal sindacato di categoria e da qualche commerciante di via Alois è stata spazzata via nel fine settimana dalle migliaia e migliaia di persone che hanno letteralmente invaso Corso Trieste. Ma qual era la cosa che saltava agli occhi? Strade piene ed esercizi commerciali vuoti (con qualche solita eccezione). Allora che centra la ZTL? La risposta a tutto ciò ha un nome e un cognome che si chiamano Prezzi e Qualità. Perché non pochi casertani non si comprano nella nostra città neanche i fazzoletti per soffiarsi il naso? Perché preferiscono via Duomo a Napoli, o Aversa o il beneventano? Perché, invece, negozi come Max Mara o Piovan & Milan su Corso Trieste, ZTL o crisi economica, vedono che i loro negozi sono frequentati da una clientela numerosa e fedele? Perché ZTL o crisi bar come quello di Celestino in via S.Carlo, anche alle 7 del mattino è frequentatissimo di avventori? Così come i negozi di Canzano a Piazza Matteotti e a via S.Carlo? La risposta è semplice: politica dei prezzi e qualità e, mi si consenta, anche gentilezza e cordialità. Le migliaia di persone che finalmente hanno trovato un posto dove incontrarsi e passeggiare in sicurezza (grazie all’azione di un’amministrazione che certo non ha brillato finora per provvedimenti necessari, grazie anche al deserto finanziario lasciato da Falco & C.) richiede allora da parte dei commercianti una politica adeguata fatta di qualità, trasparenza e servizi adeguati. In questo senso appare utile quanto urgente che i bar rivedano i loro listini e la qualità dei loro prodotti, dalla proposta di arredo, alla musica e a tutte quelle altre iniziative che sollecitano l’”effetto miele” o effetto di attrazione dei loro locali. L’Amministrazione comunale favorisca questo processo di innalzamento della qualità e dell’offerta favorendo, almeno per il primo anno, l’installazione di gazebo e di altre forme di arredo che unite alla qualità di prodotti meno industriali e più artigianali e ad una molteplicità di offerte, possono rendere la nostra città al pari di Lucca, o Dublino o Salisburgo. Con beneficio per nuova occupazione (magari non a 400 euro al mese per 10 ore al giorno di lavoro!) e per i redditi già cospicui dei commercianti casertani. Le condizioni ci sono tutte basterebbe un minimo di onestà intellettuale e di capacità manageriale. In questo senso trovo riprovevole le manovre di alcune componenti del centro destra che continuano a giocare con due mazzi di carte sperando di raccogliere consenso da chi vuole la notte e da chi ama, invece, il giorno. Tale politica non ha sbocco: si rivolgerà a boomerang presto contro chi la propone.