Il successo economico di un territorio non passa dalla
occasionale quantità di iniziative che l’amministrazione e
l’imprenditoria locale, quando collabora, riescono a mettere
in campo in un dato tempo, ma dalla capacità di costruire
politiche e un’immaginazione collettiva di cosa
effettivamente offre quel territorio.
Attenzione però, qui si parla di un territorio vasto, ovvero
non definito dai suoi confini amministrativi, organizzato e
con servizi certi; collegato in una rete coerente di offerta
di relazioni ed “esperienze” che facciano da effetto di
attrazione o “effetto miele” nei confronti di chi ricerca
quel tipo esperienza o di viaggio-vacanza.
In questa direzione andrebbero sviluppate le politiche
definendo, però i confini entro i quali si vuole sviluppare
la strategia di sviluppo e destinare lì, in sinergia con gli
altri soggetti pubblici della rete, le risorse di cui si
dispone. Ciò significa pure che l’amministrazione dovrebbe
fare da enzima, ovvero da acceleratore dei processi di
aggregazione e di indirizzo, promuovendo ogni e qualunque
iniziativa che vada ad affermare quell'idea di territorio
che si intende realizzare e trasmettere.
E’ da dire quindi che gli innegabili sforzi posti in essere
dall'attuale amministrazione comunale, mentre premiano
l’impegno dei singoli assessori, penso ad esempio, al lavoro
dell’assessore al turismo, dall'altro continua, come nel
passato, uno spreco ‘energetico’ poiché tali sforzi e
risorse non vengono indirizzati per creare quell'idea di
territorio, strategica per assicurare nel tempo il progresso
delle condizioni economiche e sociali della popolazione
residente e lo sviluppo del territorio considerato
nell'insieme dato.