Tutti sostengono che in Italia è necessario che le tasse
vengano abbassate.
Non è solo una questione di equità ma di assoluta necessità
e urgenza per tutte quelle persone o aziende che pagano le
tasse.
Ma di cosa stiamo parlando?
Un solo esempio per capire la problematica.
Prendiamo un professionista diplomato o laureato che sia ma
che abbia una partita IVA
Primo anno
Guadagno lordo € 1.000,00
A queste mille uro che il professionista si dovrebbe mettere
in tasca deve invece sottrarre:
- 22% di IVA pari a € 220,00
- 20% di IRPEF € 200,00
- 4,5 di IRAP € 45,00
- 7% di addizionale comunale e regionale € 70,00
Totale € 535,00
Il 98%, ovvero 524 euro, si dovranno pagare però in acconto
sulle tasse dell’anno successivo.
Secondo anno
Il professionista registrerà un saldo di € 11,00 rispetto
all’anno precedente
+ € 524,00 di acconto che si pagano
+ € 11,00
Totale 535 euro alla fine del secondo anno di attività
Il nostro giovane professionista alla fine di questa giostra
metterà in tasca (da spendere) esattamente € 1000,00 - €
535,00 = € 465
In altre parole il 53,5% del mio guadagno l’ho dato allo
Stato.
E questo è un caso ordinario, poiché la tassazione arriva e
supera anche il 60%.
Che farà il nostro giovane professionista evaderà per
difendersi? Credo proprio di si.
Mi piacerebbe essere smentito.
Quindi è del tutto evidente che occorre affrontare la
questione.
L’abbassamento delle tasse è però una condizione necessaria
ma non sufficiente se contestualmente o meglio, se prima il
governo (non come ha fatto il PD) abbia gli attributi per
alcune azioni minime e preliminari:
1) Abbassamento della soglia dei contanti da € 3.000,00
(così il PD) a € 1,000,00;
2) Pulizia dei bilanci societari (sei mesi di tempo, poi la
tagliola);
3) Lotta all’evasione fiscale senza esclusioni di colpi e
applicando il codice penale (in questo giulivo Paese se una
società presenta un bilancio falso rischia addirittura una
multa di ben 500,00 euro. In USA 25 anni di galera!): chi
evade va in galera. E’ semplice!
4) Quindi, e in ultimo, abbassamento delle tasse.
Questo governo lo farà? O farà proclami e gli interessi di
chi ha impoverito questo Paese?
Non vorrei che finisse come il Reddito di cittadinanza, cosa
buona e giusta, ma forse i tempi sono stati calcolati in
modo sbagliato.
Non era di lavoro che si doveva parlare e mettere al primo
posto nell’intervento del governo del cambiamento?