Ecco le parole di Rocco Casalino, portavoce del Presidente
del Consiglio, carpite (?) in una conversazione privata con
due giornalisti:
«Nel Movimento 5 stelle è pronta una megavendetta, chi giura
che se poi non dovessero uscire all'ultimo i soldi per il
reddito di cittadinanza il 2019 saremo pronti a fare fuori
quelli del Mef, staremo coi coltelli proprio, non ce ne
fregherà' di niente».
Forse non lo sapremo mai se la "fuga" del pensiero di
Casalino sia stata premeditata per orchestrare poi una
sceneggiata all'italiana.
Cosa ci raccontano però quelle parole?
Voglio fare una piccola premessa per capire.
Le parole del portavoce ricordano i propositi belluini di
tantissimi amministratori locali che, davanti alla protervia
di colletti bianchi si sono visti sbarrati la strada a
scelte amministrative di cambiamento con la scusa della
mancanza di fondi quando invece la posizione del funzionario
era magari semplicemente di parte e l'amministratore di
fatto era incapace di saper leggere "le carte" o a capire
come stessero effettivamente le cose.
Ci sono passato anch'io in un primo momento nella mia
esperienza di amminsitratore.
Le parole di Casalino denunciano dunque l'estrema
consapevole debolezza culturale, scientifica, tecnica e
amministrativa dei nostri governanti nel capire,
interpretare o analizzare i conti pubblici. Denunciano anche
una certa fede nel potere in quanto tale.
La minaccia, perché di questo si tratta, altro non è che la
ingenua speranza che qualcuno dei funzionari pubblici si
metta paura e caccino, come si dice, "le carte".
E' solamente uno sprovveduto chi pensa di cambiare le cose
in questo modo.
In politica certe cose si fanno, non si dicono.
Solo per questo Casalino & C. dovrebbero prendere atto e
aggiustare la squadra di governo prima che sia troppo tardi
e dimostrare al popolo che sono loro quelli che vogliono
realizzare quella necessaria svolta nel Paese di cui dicono.
Per ora a parole.