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Titolo: Sui morti di Livorno

Basta! I quattromila e passa morti in cinquant’anni a causa di inondazioni e frane, cui si sono aggiunti in queste ore, i sette sfortunati di Livorno, non sono vittime della natura, o del destino, o della cattiva gestione dell'emergenza, bensì della nostra premeditata indifferenza al problema. Non è stata la fatalità, bensì un fiume interrato - “tombato” in gergo tecnico - il Rio Ardenza, a intrappolare e uccidere una famiglia chiusa in un seminterrato. Un altro esempio: “Genova è costruita su cinque fiumi (cinque!) e i suoi abitanti hanno imparato a loro spese cosa vuol dire viverci sopra, ogni volta che piove”. Vi ricordate i morti del Sarno, in Calabria, in Liguria, in..... Tra le città col suolo più impermeabile - talmente cementato che non è in grado di assorbire le piogge – vi è Milano, Torino, Monza, Brescia, Padova, Napoli. Se chi ci vive non ha ancora avuto da raccontare disastri come quello di Livorno, è semplicemente per merito della sorte. Siamo stanchi e arrabbiati di una classe politica parolaia che dopo 15 minuti dai funerali degli ennesimi morti “artificiali” si passa rapidamente ad altro. Se ne devono andare. Non c’è alternativa. La domanda è: " Ma quanto valgono i fatti per il popolo italiota?". Devo anche aggiungere che non darei un solo centesimo alle "popolazioni colpite dal disastro naturale". E basta, basta!

 
   
   

  

   
   
   

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