Palazzolo Acreide patrimonio Unesco
Oggi S. Sebastiano con le bombe e tutto il resto. Abbiamo
scherzato?
La festa è arrivata e l'apparato per le bombe, le bande
musicali, i "zareddi" e tutto il resto è quasi pronto. Una
stanca e ordinaria attesa si sente respirare. Il caldo
asfissiante sembra avvolgere ogni cosa e ogni persona.
Mancano poche ore e i festeggiamenti per la festa di
S.Sebastiano 2017 si confonderanno con gli altri anni
trascorsi.
Si spera in meno vento ma non in meno bombe.
Così come è già accaduto per quella di S.Paolo, dove le
uniche novità sono state l'incendio alla vecchia caserma dei
carabinieri a causa dei fuochi d'artificio e la
cancellazione di spettacoli di livello per impedire ai
ristoratori di guadagnare un pò di più, quale ritorsione a
una categoria che rivendica giustamente il suo ruolo in ogni
circostanza che le compete. Siamo al classico caso del
marito che si castra per punire la moglie...
Cari Sebastiano, Maurizio, Fabio e Alessio e agli altri che
hanno voluto alimentare questo confronto, in questi giorni
che ci hanno separato dalla festa che finalmente è giunta.
Voglio innanzitutto ricordare che questo dibattito è
scaturito da due motivi principali: la lettera al Comitato
da parte di Padre Angelo, che mette in discussione alla
radice il senso dei festeggiamenti, così come sono concepiti
e allo stato gestiti. In altre parole non un atto di fede ma
di consumismo bello e buono senza significato alcuno che non
nella sua vuota precarietà.
Il secondo motivo, che sembrava conseguente al primo, è
stata la ventilata possibilità che le risorse destinate ai
festeggiamenti venissero, almeno in parte, rivolte verso un
gruppo di giovani palazzolesi che ne avrebbero usufruito per
pagarsi una borsa di studio investendo sul loro futuro a
beneficio di tutta la comunità.
Ovviamente nessuno si è sognato di mettere in discussione la
bontà o meno dei comitati, il loro ruolo o altro; ma proprio
perché viene riconosciuto un positivo ruolo che si è cercato
di alimentare un confronto di contenuti "altri" a una parte
della società civile locale affinché si interrogasse non
solo sull'utilità delle cose ma sul ruolo sociale delle
stesse in funzione di un futuro che non arriva.
La difesa d'ufficio dei comitati, da parte di alcuni, è
stata pertanto non solo fuori luogo ma fuorviante.
Troppa prudenza "politica" nelle parole di alcuni, senza
sincerità e con la sola preoccupazione di essere visti in
questa Piazza della conoscenza e del libero confronto.
Padre Angelo scrive:" Mi sono chiesto (rivolgendosi al
Comitato n.d.r.): ma non vi bastano le foto, le immagini, la
pubblicità? A cosa vi serve un mio documento se voi per
primi, voi che siete il mio Comitato festa, non lo avete mai
letto e continuerete a non leggerlo? (...)".
La questione sta tutta in questa frase, ovvero tra un
sacerdote, cui la Chiesa ha affidato la testimonianza di
fede e la gestione del "gregge" e una parte di esso che,
indipendentemente da tutto e dalla fede in prima istanza va
da una parte che lo stesso padre Angelo dice opposta ai
precetti.
E' qui la centralità della questione!
Come l'ipotesi delle borse di studio, insieme a tutto il
resto dei festeggiamenti avrebbe costituito una novità e al
tempo stesso una discontinuità di una pratica rifiutata
dalla Chiesa e che si traduce nei fatti in uno spreco di
risorse e in una rappresentazione distorta della tradizione
popolare che è andata nei fatti oltre la fede, oltre la
stessa memoria di una comunità che ha smarrito il senso
profondo della sua storia e del suo ruolo rispetto al
futuro, immobilizzandola in procedure ripetitive e
indebolite da una crisi strutturale che richiama tutti alle
proprie responsabilità.
E allora forse dovremmo chiederci se questi comitati possono
essere una soluzione o sono parte di un problema più ampio
di una società locale malata e incapace a guardare alle
proprie risorse e che aspetta l'onorevole di turno per
risolvere i problemi di un futuro che non pare arrivare più?