IL CAPITALISMO DE NOANTRI. E se su quei treni ci fossero
stati i nostri cari?
Il disastro è avvenuto tra Andria e Corato un tratto di meno
di 15 km. Un viaggio che si fa in circa 11 minuti che è
costata la vita ad almeno 27 persone perché i sistemi di
sicurezza sono pressoché inesistenti o artigianali. La
Ferrotramviaria S.p.A., costituita nel 1937 dal Conte Ugo
Pasquini, imparentato con la famiglia Agnelli, opera da
allora sul territorio del nord barese in posizione di
assoluto monopolio.
Così si legge sul sito di questa società: “La consapevolezza
della accresciuta responsabilità nei riguardi dell’utenza
finale, la necessità di fornire un servizio adeguato alle
aspettative e sempre più rispondente ai requisiti di
regolarità e sicurezza, ha indotto la Società ad avviare il
programma di Gestione di Qualità. Un processo che, dal 2004,
ha portato Ferrotramviaria S.p.A. ad accedere a
certificazioni di grande importanza e valore, che ne
qualificano non solo l’azienda, ma lo stesso servizio” (Cfr.
http://www.ferrovienordbarese.it/gruppo/il-servizio-ferrovia
rio).
Il cosiddetto servizio si svolge su un binario unico. Si
come la Napoli-Portici di 7,25 Km, la prima linea
ferroviaria italiana, realizzata dai Borboni nel regno delle
Due Sicilie e inaugurata nel 1839!
Ora c’è da chiedersi ma che capitalismo è quello italiano?
Che razza di Paese è la cui popolazione è continuamente
esposta all’insicurezza, alla paura quotidiana,
all’incertezza?
Forse è giunta l’ora di una autentica rivolta sociale?
Non nutro molta speranza. Ma che ci vuole per scuotere le
coscienze (?) di quanti si proclamano cittadini e sono solo
silenti complici di un incipiente disastro?
All’inizio di quest’anno uno dei massimi dirigenti delle
ferrovie giapponesi, si è pubblicamente scusato con il suo
popolo perché nel 2015 è stato registrato un ritardo medio
di circa 5 secondi; mentre sei anni fa il macchinista di un
convoglio superveloce fece harakiri per un ritardo di 30
secondi. I Italia Trenord, ferrovia dell’efficiente
Lombardia per i macchinisti che lavorano a Trenord: ogni 20
minuti di ritardo, scatta lo straordinario.
Niente a che vedere con il Giappone.
Ritorna la domanda: che capitalismo è quello italiano?