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Titolo: DOPO ACERRA: LETTERA APERTA ALLA SOCIETÀ CIVILE

Le parole di Berlusconi e del suo sodale Bertolaso ad Acerra, in occasione dell’apertura dell’inceneritore, dovrebbero far riflettere tutti: dalla magistratura irrisa, all’imprenditoria campana ignorata, dalla classe politica messa a tacere, alla società civile colpevolizzata e con un’informazione prevalentemente allineata e autocensurata. In questa condizione ha prevalso un’idea di sviluppo e di paese rappresentato da una classe dirigente sconsiderata quanto furba, ma capace di mantenere il potere che, in netta contraddizione con quanto affermava De Gasperi (gli uomini di Stato pensano alle future generazioni) si preoccupa delle prossime elezioni come punto irrinunciabile del suo obiettivo. In questa direzione il centro sinistra non ha fatto altro che da violino di spalla a Berlusconi (ricordate le dichiarazioni favorevoli di Bassolino rese nei confronti del capo del governo?), acquattato, ieri all’angolo e oggi tenta una timida reazione (mediatica ma non politica), nella speranza di un improbabile rilancio. La provocatoria presenza di Marta De Gennaro, l’attribuzione di ”eroi” data all’Impregilo da Berlusconi avrebbero dovuto consigliare al procuratore capo, dr. Lepore di andarsene subito o di replicare alle offensive dichiarazioni del premier. Invece tutti là appassionatamente insieme e silenziosi. L’imprenditoria campana, altezzosa quanto incapace, ha dimostrato di essere profondamente inefficiente quanto incompetente e divisa, mentre appare, in tutta la sua evidenza, come il centro sinistra, avendo da tempo abbandonato gli impegni assunti per un progetto di rinnovamento della società meridionale affidatole dall’elettorato ma tradito nei fatti, trascina la sua quotidianità, allargando il solco tra una parte della società civile (le “commendevoli associazioni” derise da Bertolaso) e attribuendo ad essa e solo a questa la responsabilità dei ritardi, di una visione distorta della realtà e tutto quanto possa allinearla alle posizioni della destra sulla vicenda “emergenza rifiuti”. La fine di questo percorso consentirà, forse, a rilegittimare quel gruppo dirigente e gli eredi scelti per la continuità nel governo degli enti locali della Campania a scadenza, ad iniziare dalla provincia di Napoli e Caserta all’ente Regione. Sembra sentirli: “La colpa non è nostra, ma di una società civile ideologizzata, da una magistratura di parte, da un’imprenditoria incapace. Avanti dunque all’insegna della continuità e isoliamo i veri nemici della Campania”. Quanto vale allora la verità? Il fare della società civile non è riuscita nel suo intento e oggi rischia un ulteriore fatale isolamento. La gente per l’inceneritore sembra più soddisfatta che preoccupata, come dovrebbe. “Ma qualcosa si è fatto, finalmente” - dice il sentire comune -. E’ forse il tempo di riflettere, di cambiare?

 
   
   

  

   
   
   

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