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Titolo: Sulle dimissioni di De Franciscis

Il 25 febbraio del 2005 il dr. Sandro De Franciscis, candidato per la carica di presidente della Provincia di Caserta, sottoscrisse un “Patto per l’ambiente e il patrimonio culturale della provincia di Caserta”. Il suddetto documento era stato unitariamente elaborato da Italia Nostra, da Legambiente, dalla LIPU e dal WWF, qualche migliaia di soci sparsi per tutto il territorio di Terra di Lavoro. L’importante documento si articolava in due grandi gruppi: nel primo il candidato, qualora eletto si impegnava a realizzare nei primi cento giorni a: 1. Istituire l’assessorato all’ambiente, al paesaggio e ai beni culturali con la promozione di atti e azioni che favoriscano lo sviluppo locale sostenibile e la tutela, conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, storico, artistico, paesaggistico e ambientale, dotandolo di adeguate strutture amministrative e tecniche; 2. Istituire, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e la SUN, un centro di documentazione, educazione al patrimonio culturale e formazione ambientale per lo sviluppo sostenibile, con il compito ulteriore di elaborare ogni anno potrà elaborare, fra l’altro, il rapporto sullo stato dell’ambiente della provincia e fornire al consiglio provinciale indicazioni prima dell’elaborazione della proposta di bilancio previsionale; 3. Sottoporre all’approvazione del Consiglio un documento tecnico-amministrativo di indirizzi operativi e vincolanti in materia ambientale, suddiviso per aria, acqua e suolo; 4. Ristrutturare e riarticolare la commissione provinciale sulle illegalità ambientali al fine di favorire in via preventiva anche una verifica delle possibili scelte programmatiche della giunta e di rilevanza amministrativa attraverso specifici pareri; 5. Costituire una consulta provinciale per l’ambiente, il paesaggio e i beni culturali e il territorio, comprendente associazioni di categoria e associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale effettivamente operanti sul territorio provinciale, con funzioni di organo di consultazione delle Commissioni competenti e della Giunta Provinciale sui temi riguardanti l’ambiente, la tutela, la gestione e la valorizzazione del territorio; 6. Sviluppare e potenziare il Corpo di Polizia Provinciale aumentando l’organico anche in funzione di quanto stabilito dall’art. 6 della direttiva 92/43/CEE Poiché spesso i reati ambientali avvengono ad opera di organizzazioni criminose, appare opportuno dotare il Corpo di attrezzature e tecnologie adeguate ad operare un efficace controllo del territorio e a permettere, allo stesso tempo, di perseguire in maniera puntuale gli autori dei reati nella sua qualità di primo presidio territoriale con piena autonomia di servizio. La Provincia potenzierà il servizio per la tutela e il controllo della fauna selvatica nelle aree protette, attribuendo particolari compiti di polizia ecologica; 7. Favorire l’ingresso di figure adeguate ai compiti della Provincia (laureati in Scienze Ambientali e Conservazione in Beni Culturali, architetti, agronomi e ingegneri), quali portatori di specificità scientifica e professionale nel settore della tutela e valorizzazione ambientale e dei Beni culturali; 8. Sostenere apertamente la proposta dell’Agenzia Regionale per la Sicurezza Alimentare; 9. Attivare il metodo della concertazione tra Provincia e Comuni, spingendo per la semplificazione istituzionale e il coordinamento delle scelte comprensoriali. Nel secondo gruppo vi erano, invece, una serie di proposte che l’A.P. avrebbe dovuto sviluppare e realizzare nel corso del mandato. Questi interessavano la pianificazione territoriale, l’aria, l’energia, l’inquinamento atmosferico e l’elettrosmog, l’acqua (Piano per la tutela delle fonti) la valorizzazione del turismo sostenibile costiero e la tutela delle coste dai pirati del demanio, l’istituzione di una rete natura e parchi, il recuperare il danno ambientale da ecomafia e speculatori, lotta all’abusivismo e tutela del territorio con particolare riferimento ai suoli agricoli, l’emergenza rifiuti, l’istituzione della borsa delle materie prime-seconde presso la Camera di Commercio di Caserta, la costituzione di osservatori e strutture di supporto in campo ambientale e per la formazione (nell’ambito un centro di documentazione, educazione, formazione ambientale per lo sviluppo ecosostenibile locale) un Osservatorio sulla Biodiversità, un Osservatorio sul Mare e un Osservatorio sulla Raccolta Differenziata e il Riciclaggio; con la S.U.N., allo scopo di sostenere lo sviluppo locale, istituire un incubatoio industriale per la costituzione di nuove imprese per la produzione di beni immateriali e per attività rivolte, in linea privilegiata, nel campo dell’ambiente, dell’energia e del recupero delle risorse nell’ambito di uno sviluppo locale ecosostenibile. E ancora la pianificazione faunistico - venatoria per la conservazione delle razze animali e specie vegetali autoctone, il sostegno per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e agriturismo; la promozione della mobilità sostenibile attraverso la figura del Mobility Manager ( per il Piano provinciale per le piste ciclabili, ecc.); l’istituzione della Rete Provinciale dei Musei e delle Biblioteche pubbliche e private, con servizi comuni e un catalogo elettronico; la realizzazione del Museo Provinciale della Civiltà Rurale di Terra di Lavoro, Percorsi formativi (master, borse di studio) e incubatoi di impresa nel campo del turismo culturale per una fruizione del patrimonio culturale a basso impatto e l’individuazione di itinerari turistici alternativi. Il documento chiudeva con questa precisa puntualizzazione: “Per formale e sostanziale accettazione mi impegno ad istituire o potenziare specifici capitoli di spesa sin dal primo bilancio di previsione della Provincia e a verificare, almeno con cadenza semestrale, con le associazioni ambientaliste, il progress del patto sopra riportato”. F.to on. Alessandro De Franciscis. Dobbiamo, in questa sede ricordare solamente i temi e alcuni particolari impegni contenuti nel patto sottoscritto. La cosa singolare è che nessuno e sottolineo nessuno dei punti di quel documento è stato realizzato o posto in essere. Anzi, in diverse circostanze l’A.P. ha assunto atti o posizioni divergenti da quanto pattuito. Valga per tutti la vicenda Lo Uttaro, quella dei cavaioli (operazione Olimpo), il silenzio sulla cessione a privati del museo nazionale dell’agricoltura del Mezzogiorno a Carditello, e così via. Tutto ciò nonostante le associazioni avessero prodotto documenti e proposte che andavano nella direzione del patto. Basti come esempio l’elaborazione di una proposta per un incubatoio industriale. Si pensi, inoltre, cosa avrebbero potuto significare per il territorio il centro di educazione, documentazione e formazione ambientale, la borsa per le materie prime-seconde, la commissione per le illegalità, il recupero e l’istituzione di un museo della cultura rurale di Terra di Lavoro, ecc. Ora le dimissioni per un alto incarico. Si dice. I fatti personali rimangono tali, le scelte pubbliche pure. Però anche se, visti i risultati per quanto sopra provato, la presidenza De Franciscis aveva da tempo perso ogni significato. Per ultimo l’assessore all’ambiente dice che non è opportuno porre in essere qualunque iniziativa viste le dimissioni del presidente. Perciò niente Forum per l’ambiente. Ciò significa che la giunta è spirata ancor prima della fine innaturale del suo mandato. Se non fosse tutto vero la situazione sembrerebbe onirica. Ma non è così e siccome dobbiamo stare nella realtà prendiamo atto dell’andazzo e ci regoleremo di conseguenza. Ma ci permettiamo di suggerire di candidare a prossimo presidente della Provincia il sig. Francesco Capobianco che ha dimostrato con i fatti come si governa con le nuove armi del futuro ossia: il cinismo, l’arroganza, la non curanza della gente e degli impegni assunti, il trasformismo, l’opportunismo e il populismo. Ci sembrerebbe il degno erede di De Franciscis per passare rapidamente il testimone all’altra parte politica dello schieramento. La sconfitta non è solo personale dunque e ci coinvolge ciascuno di noi. Fino in fondo quelli che abbiamo sostenuto quel presidente. Ora è tempo di cambiare.

 
   
   

  

   
   
   

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